7.5
- Band: DARK FOREST
- Durata: 00:52:45
- Disponibile dal: 24/04/2020
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
- Distributore: Audioglobe
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Gli inglesi Dark Forest non possono dire di aver avuto vita facile sulle nostre pagine, vivacchiando tra la sufficienza e qualche sonora stroncatura. Eppure, grazie ad un percorso di crescita che li ha aiutati a mettere sempre più a fuoco la loro proposta, questi ragazzi si sono trovati a migliorare, album dopo album, trovando finalmente la loro dimensione ideale con “Beyond The Veil”, pubblicato nel 2016. Abbandonata la via che li vedeva come la classica copia carbone di formazioni ben più talentuose, i Dark Forest hanno invece abbracciato le proprie radici folk, unendo al metallo tradizionale quel sapore antico e medievale che li posizionava in un ipotetico incontro tra gli Iron Maiden e band come Skyclad, con una scrittura finalmente all’altezza di una band professionale.
“Oak, Ash & Thorn” prosegue con determinazione su questa strada, facendo compiere ai Dark Forest un ulteriore passo in avanti, sintomo di come le belle parole spese nel 2016 non fossero frutto di un colpo di fortuna, quanto piuttosto di una concreta maturazione artistica. Le composizioni di questo nuovo album, ispirate da “Puck Il Folletto” di Rudyard Kipling, continuano a fondere metallo tradizionale e atmosfere bucoliche e medievali, ben rappresentate dalla copertina (ancora una volta affidata a Duncan Storr). Il lettore, però, non immagini di ascoltare una band che ricorre all’utilizzo della tradizione folk o, peggio, a vagonate di campionamenti per ricreare l’ambientazione desiderata, “Oak, Ash & Thorn”, resta un album di puro heavy metal vecchia scuola, che però riesce a raggiungere l’obiettivo prefissato grazie alle trame melodiche curatissime, a qualche dosato intervento di chitarra acustica, un possente spirito guerresco, e all’ottimo intreccio delle chitarre di Christian Horton e Patrick Jenkins, vero punto di forza dell’intero disco. Convincente anche la prova del cantante Josh Winnard, sebbene la sua natura di evidente emulo di Bruce Dickinson finisca per togliere un po’ di personalità alla sua performance.
Insomma, tra possenti cavalcate maideniane, imprese eroiche di cavalieri e creature dei boschi, i Dark Forest hanno confezionato un album davvero meritevole, che ci risulta ancora più gradito alla luce di un percorso dissestato, faticoso, ma sempre portato avanti con tenacia e voglia di migliorare.