6.5
- Band: DARK FOREST
- Durata: 00:25:38
- Disponibile dal: 30/09/2022
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
Spotify:
Apple Music:
Sono passati due anni da “Oak, Ash & Thorn”, un album che ci aveva convinto e sembrava proprio voler proiettare i Dark Forest in una nuova dimensione, dopo una serie di lavori piuttosto scadenti e poco ispirati. La formazione inglese, infatti, pur avendo alle spalle una carriera ormai ventennale, non era mai riuscita a staccarsi dalle proprie influenze (Iron Maiden su tutti), limitandosi a riproporre un copione già visto e rivisto in molte occasioni. “Oak, Ash & Thorn”, invece, pur senza rinnegare assolutamente le radici della band, sembrava muoversi finalmente nella giusta direzione, facendo emergere un songwriting molto più fresco. Oggi tocca a “Ridge & Furrow” provare a dare una spinta finale alla nostra convinzione, ma l’obiettivo risulta centrato solo parzialmente. Intanto bisogna dire che quello che abbiamo tra le mani non è il nuovo full-length dei Dark Forest, bensì un EP, registrato durante la pandemia, che dovrebbe traghettarci a qualcosa di più consistente in un prossimo futuro. Dopo due anni, però, con il mondo dell’intrattenimento dal vivo praticamente congelato fino a pochi mesi fa, ci aspettavamo qualcosa di più: “Ridge & Furrow”, infatti, comprende tre canzoni inedite, un breve strumentale acustico ed una versione riregistrata di un vecchio brano, “Under The Greenwood Tree”. La proposta dei Dark Forest prosegue esattamente nella direzione nota, con un metal tradizionale di stampo maideniano, che incontra atmosfere bucoliche e naturalistiche: si parte quindi con “Skylark”, la classica cavalcata che tanto deve alla Vergine di Ferro, seguita a ruota da “The Golden Acre”, che invece ci riporta agli Edguy più melodici, complice anche il cantato molto simile a quello di Sammet. La titletrack scorre senza grande entusiasmo, segnando il capitolo meno interessante del lotto, mentre la qualità si risolleva con la vecchia “Under The Greenwood Tree”, con le sue linee di chitarra care ai Blind Guardian, che finisce per essere il brano più interessante del lotto. Non sappiamo se questo EP sia un’efficace e realistica fotografia della direzione intrapresa dalla band o se, come crediamo, sia più un’uscita secondaria, utile a mantenere vivo l’interesse intorno al nome della band, ma poco rappresentativa del futuro. Comunque sia, se non conoscete i Dark Forest e siete curiosi di arricchire la vostra collezione, vi indirizzeremmo piuttosto al precedente “Oak, Ash & Thorn”, in attesa di capire cosa ci riserveranno questi artisti con il loro prossimo album.