DARK FORTRESS – Spectres from the Old World

Pubblicato il 24/02/2020 da
voto
7.5
  • Band: DARK FORTRESS
  • Durata: 00:58:09
  • Disponibile dal: 28/02/2020
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Sony

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È da diverso tempo ormai che lo sforzo richiesto all’ascoltatore per metabolizzare un nuovo album dei Dark Fortress può dirsi considerevole. Dopo gli accecanti esordi di “Tales from Eternal Dusk” e “Profane Genocidal Creations”, da molti considerati delle gustose appendici del repertorio di Jon Nödtveidt e dei suoi Dissection, la band tedesca ha via via intrapreso un percorso artistico dedito all’accumulo e alla stratificazione, confezionando opere dal taglio irrequieto il cui significato e le cui potenzialità risultano sovente imperscrutabili di primo acchito, fra squarci di parossismo ritmico, nebulosi intarsi melodici e digressioni ottenebranti.
Ecco quindi che dedizione e pazienza diventano strumenti indispensabili nel momento in cui si decide di premere il tasto ‘play’ e venire a capo dell’amalgama sonoro distillato con puntuale accortezza da V. Santura e compagni, sebbene sulla carta il tutto si presenti in forma più digeribile e decifrabile rispetto alle proposte elitarie di altri colleghi; sono l’alternanza fra pieni e vuoti, il continuo irrigidirsi e distendersi delle trame, il dosaggio non scontato dei singoli elementi, a rendere opere come questo “Spectres from the Old World” dei piccoli labirinti in cui perdersi per giorni, nell’ottica di una proposta diventata con il passare degli anni caratteristica e influente per un certo tipo di underground (basti pensare a quanto prodotto in tempi non sospetti dagli Schammasch). Racchiuso fra gli estremi di un intro e di un outro dal sapore enigmatico, il disco si inserisce perfettamente nel solco stilistico tracciato nell’ultimo decennio, giocando sul sicuro ma ritagliandosi al contempo una propria personalità grazie a qualche accorgimento atto a fare la differenza, ora tradotto in un mood fantasmagorico e freddissimo (immortalato anche dai colori della copertina), ora in un’accentuazione dei rallentamenti e delle parti più pesanti, le quali arrivano persino a strizzare l’occhio ai Morbid Angel.
Dodici brani densi e ricchi di spunti, quindi, in cui un susseguirsi di riff ferali ma mai eccessivi, punteggiature di tastiere, impalcature ritmiche penetranti e arpeggi sibillini restituiscono una visione del black metal parimenti moderna e tradizionale, esaltata da una cura certosina a livello di arrangiamenti e di fluidità delle transizioni. E anche se, come nel caso dei precedenti “Venereal Dawn” e “Ylem”, qualche lungaggine poteva essere evitata, l’esperienza garantita da “Spectres…” difficilmente deluderà i fan del quintetto e gli appassionati delle sonorità estreme più trasversali e ricercate. I sei anni di attesa hanno dato i loro frutti.

TRACKLIST

  1. Nascence (Intro)
  2. Coalescence
  3. The Spider in the Web
  4. Spectres from the Old World
  5. Pali Aike
  6. Pazuzu
  7. Isa
  8. Pulling at Threads
  9. In Deepest Time
  10. Penrose Procession (Interlude)
  11. Swan Song
  12. Nox Irae
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