6.5
- Band: DARK FUNERAL
- Durata: 00:42:58
- Disponibile dal: 24/10/2005
- Etichetta:
- Regain Records
- Distributore: Self
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L’uscita di un album dei Dark Funeral, almeno all’interno del settore black metal, ha un’importanza e una portata quasi epocale, sia per la rarità dell’evento che per la sublime qualità musicale proposta dalla storica band svedese capitanata dall’intramontabile Lord Ahriman e dal sempre più leader e portavoce del gruppo Emperor Magnus Caligula, ugola inconfondibile della formazione. Almeno così è sempre stato prima dell’uscita del, bisogna dirlo, deludente nuovo CD. La qualità dall’essere sublime è passata ad una qualità molto buona, standard comunque troppo basso per una band come i Dark Funeral. Bisogna preoccuparsi e inziare a pensare che anche per la carriera di questa band monumentale forse è iniziata la parabola discendente, paradossalmente proprio nel momento di maggior spolvero. Infatti il CD esce per la Regain Records e sembra supportata da una imponente promozione, con tanto di protezione canzone per canzone contro la pirateria, cosa piuttosto fastidiosa per chi deve dare un giudizio sull’album e cosa preoccupante se persino un’etichetta non grandissima come la Regain si difende dalla pirateria su un prodotto black metal. Che i Dark Funeral suonino black metal infatti non va messo in dubbio e il nuovo CD non sposta di una virgola lo stile che la band ha sempre avuto, ma il riffing spesso sembra stanco, non nuovo, meno ispirato del solito. E per un gruppo che vive su un riffing particolare come i Dark Funeral il non essere ispirati nelle chitarre è doppiamente deleterio perché in questo caso non intervengono altri fattori a salvare la release. La produzione è sbagliata, troppo satura, melmosa ed impastata, che raggiunge solo un duplice scopo: far sentire per la prima volta quello che fa un batterista dei Dark Funeral in un album (e questo è un lato positivo tutto sommato), e affossare brutalmente quel muro di chitarre così vitale all’economia di questa band. Il risultato è una voce troppo ingombrante, e dei suoni non eccelsi per una produzione che avrebbe meritato maggior attenzione. La nuova release si avvicina alla precedente come atmosfera sulfurea, ma i veri hit del CD sono la meravigliosa opener e pochi altri. Nelle parti lente i Dark Funeral non sono insuperabili e l’ultima parte del lavoro mostra una stanchezza compositiva preoccupante specie in proiezione futura. Nessuno vorrebbe infatti tra altri tre o quattro anni (probabile data di una futura release, stando alla media tenuta in questi anni) trovarsi in mano un nuovo CD-fotocopia di questo “Attera Totus Sanctus”. Ovvio che se non paragonato al passato, glorioso, della band il CD in questione è un gran bell’esempio di musica maledetta che in pochi sono in grado di fare, ma il marchio riportato su questo prodotto musicale merita, vista l’importanza, una disamina più approfondita e più critica. Peccato, un altro mito sta per cadere, magari senza far rumore come successo per altri, ma sta comunque cadendo…