8.0
- Band: DARK FUNERAL
- Durata: 00:45:38
- Disponibile dal: 06/03/2016
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Se ti chiami Dark Funeral, hai coniato uno degli stili più imitati in ambito black metal e manchi dalle scene da ben sette anni, l’attesa che circonderà il tuo ritorno discografico sarà necessariamente enorme, logorante, fonte di innumerevoli discussioni tra gli adepti della nera fiamma sparsi per il globo. Ne è perfettamente consapevole Mikael Svanberg, in arte Lord Ahriman, leader indiscusso della formazione svedese, che con questo “Where Shadows Forever Reign” mette a segno uno dei colpi più riusciti della sua ventennale carriera, placando la sete di sangue di migliaia di fan e zittendo al contempo le malelingue che davano per spacciata la band dopo la dipartita dello storico frontman Emperor Magus Caligula. Prendendosi tutto il tempo necessario per la stesura di nuova musica e trovando nella figura di Heljarmadr un validissimo sostituto, capace di spaziare con disinvoltura tra diverse sfumature dello screaming e del growling, il Nostro estrae dal cilindro un pugno di brani che per intensità e contenuti suonano come la diretta prosecuzione di “The Secrets of the Black Arts”, capolavoro targato 1996 e pietra angolare nella storia dello swedish black metal. Un ‘back to the roots’ francamente inaspettato, specie dopo gli ultimi “Attera Totus Sanctus” e “Angelus Exuro Pro Eternus”, che consente al sound del quartetto – gelido e furente come da tradizione – di riacquistare dinamismo e profondità, oltre che un feeling notturno degno della splendida veste grafica a cura di Necrolord. L’ascolto dell’opera non si configura come un assalto tirato e violentissimo dal primo all’ultimo minuto, bensì come un viaggio frastagliato e ricco di saliscendi emotivi, in cui una sezione ritmica messa al servizio di ogni pezzo e un guitar work estremamente duttile e versatile danno vita a composizioni lussureggianti, rifinite con cura certosina, tra rasoiate diaboliche, solenni midtempo e crescendo melodici di accecante intensità. Elementi, quelli appena citati, che trovano riscontro già a partire dall’opener “Unchain My Soul” (dal vago sentore di spezie dissectioniane) e successivamente ripresi nel corso della tracklist, con le varie “As One We Shall Conquer”, “As I Ascend” – senza dubbio l’episodio più emotivo nella carriera della band – e la conclusiva, ferale titletrack a rappresentare la punta di diamante di un comeback riuscitissimo, che ci riconsegna i Dark Funeral all’apice della forma e dell’ispirazione. Gli ineffabili Signori delle tenebre sono tornati.