DARK QUARTERER – Pompei

Pubblicato il 03/11/2020 da
voto
8.0
  • Band: DARK QUARTERER
  • Durata: 00:47:03
  • Disponibile dal: 06/11/2020
  • Etichetta:
  • Cruz Del Sur Music
  • Distributore: Audioglobe

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Mettiamola così: di quanto accadde a Pompei nel 79 d.C. sapete poco o nulla, ricordate vi fu un’eruzione, adesso in quel luogo vi è un importante sito archeologico, oltre non siete in grado di andare. Avete sentito parlare, vagamente, dei Dark Quarterer e della loro musica, ma a stento riuscireste a dire come suonano. Bene, con “Pompei” si possono colmare due lacune in una volta sola, andando a immergersi in uno dei fatti più tragici e mitizzati della storia antica e scoprire finalmente uno dei gruppi più ispirati che la scena metal italiana possegga. Inutile stare a rimarcare per l’ennesima volta lo status di cult band della formazione toscana, il suo alto apprezzamento per un numero di ascoltatori esiguo, in rapporto alla qualità della loro proposta. Andiamo direttamente alla musica, ciò che conta sul serio, nel caso specifico tutt’uno con un concept che prende spunto dal libro di Alberto Angela “I Tre Giorni di Pompei”, uscito nel 2014, nel quale l’immane eruzione vulcanica è approfondita nei dettagli andando a seguire le vicende di alcuni determinati personaggi, ripresi anche dai Dark Quarterer nella loro narrazione, in quello che è il settimo album della loro veneranda discografia.
Usi a esplorare la storiografia e a interpretare l’antichità sotto la propria lente d’ingrandimento, particolarmente adatta a dare risalto a epopee lontanissime nel tempo ma vicine nella reazione emozionale suscitata, i quattro accentuano alcuni caratteristiche del proprio DNA, restituendoci un’opera maestosa, scura, heavy ed elegantissima. Bravi nell’aggiornare costantemente il proprio sound, evolutosi tantissimo da quello ottantiano, i Dark Quarterer si accordano al clima catastrofico di quanto raccontato, rendendosi protagonisti di una performance vigorosa, energica, per certi versi non lontana da quella dello splendido “Ithaca”, ma con una propensione a partiture heavy e plumbee assai più marcata. L’epic metal, sottoposto alle sapienti mani di Gianni Nepi e dei suoi altrettanto talentuosi compagni, diviene una materia dal potenziale creativo immenso, che si dilata verso un ideale progressive di grande finezza e nient’affatto incline a perpetrare formule arcinote. Sembra di stare all’interno di una colossale metal opera, dove i singoli brani vivono di vita propria ma è nel cucirsi assieme gli uni con gli altri, che quanto espresso raggiunge la sua compiutezza. Si sentono il pericolo, la paura, la preoccupazione, l’inquietudine, infine il vero terrore, all’interno di composizioni articolatissime, divise ognuna in molteplici sezioni, dove a prevalere sono tempi medi ricchi negli arrangiamenti e vivaci nelle ritmiche, grazie a un lavoro ai tamburi semplicemente eccezionale, per varietà e dosaggio della forza.
La band, intervallando partiture enfatiche, torbido doom, escursioni nello sgargiante Rainbow-sound degli anni con Ronnie James Dio alla voce, accelerazioni power da far impallidire le band di settore più blasonate, asseconda il dipanarsi dei testi e la prestazione attoriale, ancor prima che canora, del suo leader. Gianni Nepi è a seconda dei casi il cantore della tragedia imminente, uno dei personaggi che la stanno vivendo, a volte aggressivo, in alcuni momenti spiritato, in altri meditabondo; rischia, anche, andando su vocalizzi alti e un pelo striduli, oppure esplorando note basse quasi orchesche, ricordando in questo il compianto Mark Shelton. Splendide le parti corali, che accentuano senza appesantimenti la dimensione da ‘rock opera’, come, in un quadro così nebuloso e negativo, emozionano le sezioni più tenui e sussurrate, sottolineate da toccanti tastiere.
La produzione regala un suono ribollente, denso e scoppiettante come la lava sparata a temperature incendiarie dal Vesuvio, configurandosi come un ulteriore elemento vincente e caratterizzante dell’album. Se vogliamo, anche motivo per attrarre più facilmente del solito chi ha sempre visto nei Dark Quarterer un gruppo ‘difficile’. Difatti, l’impeto sprigionato, nonostante la complessità dell’insieme, avvince fin dai primi istanti, in un disco tra l’altro di durata relativamente contenuta, anche in questo magistrale nel dire tutto, esaustivamente, senza perdere inutilmente tempo. “Pompei”, presentato graficamente da uno scenografico artwork firmato da Paolo Girardi, è un’opera d’arte a tutto tondo, nella quale musica, parole e immagini si fondono per far vivere pienamente le atmosfere di una vicenda lontana, ma che sentiamo ancora a noi vicina.

 

TRACKLIST

  1. Vesuvius (
  2. Welcome to the Day of Death
  3. Panic
  4. Plinius the Elder
  5. Gladiator
  6. Forever
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