voto
8.0
8.0
- Band: DARK QUARTERER
- Durata: 00:43:49
- Disponibile dal: 06/04/2008
- Etichetta:
- My Graveyard Productions
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
I Dark Quarterer nascono addirittura nel 1974 con il nome di Omega Erre e il gruppo viene influenzato principalmente dall’hard rock e dal progressive settantiano. La band, con la formazione composta dal chitarrista Fulberto Serena, il batterista Paolo Ninci e il bassista cantante Gianni Nepi, dotato di una voce cristallina ed in grado di raggiungere vette altissime, cambia successivamente monicker in Dark Quarterer. I Dark Quarterer producono così i primi due album “Dark Quarterer” e “The Etruscan Prophecy”, caratterizzati da un sound personale, epico, progressivo e allo stesso tempo oscuro ed evocativo. Il gruppo, proprio quando inizia a raccogliere i primi frutti di tanto lavoro, subisce a un grosso colpo con la dipartita di Fulberto Serena che viene rimpiazzato da Sandro Torsetti, chitarrista di matrice più bluesy. Il gruppo riparte con “Out Of Line”, un brano che permette loro di esibirsi live addirittura sulla Rai. Nel 1995 nasce “War Tears”, album che vende più di 2500 copie ma l’etichetta tedesca sotto la quale esce, la Inline Music, fallisce e il disco non viene distribuito in Italia. Dodici anni dopo tocca all’italiana My Graveyard Productions riesumare e ristampare l’album, riproducendo in maniera fedele il booklet e aggiungendo anche un live video abbastanza grezzo di “Black Hole”, da una loro esibizione del 2004 all’80 Italian Metal Legion Attack, e un secondo video che mostra la band durante le prove di “Red Hot Gloves” nel lontano 1984. “War Tears” è un album che molto deve a sonorità Zeppeliniane e dell’hard rock degli anni ’70, risultando inoltre incline al metal epico primordiale, ispirato e molto elegante. La titletrack è un ottimo esempio di quanto detto, un pezzo che viaggia su tempi medi, solenne nel suo incedere, ricco di pathos e che mette in mostra le qualità canore di Gianni e il gusto Sandro alla chitarra. Molto bella la delicata pausa centrale a cui segue la parte solista. “Nightmare” appare invece più cupa e alterna fasi più tranquille ed atmosferiche ad altre più spedite, il tutto coronato da linee vocali quasi teatrali. La già citata “Out Of Line” è aperta da un assolo di Paolo ed ha un sound più diretto, incline all’hard rock, e si distingue per la sua struttura accessibile e le sue accelerazioni improvvise. “Lady Scolopendra” è un brano maggiormente malinconico, lento e toccante, nel quale troviamo anche arpeggi e parti di flauto suonate dallo stesso batterista. Il disco non cala mai di tono, mantenendo la qualità delle canzoni sempre alta e raggiunge uno dei suoi picchi con la conclusiva e pacata “A Prayer For Mother Teresa Of Calcutta”, un lento melodico ed emozionante. Unico appunto personale al lavoro è la scelta di tonalità vocali spesso alte, anche in frangenti in cui non avrebbe affatto sfigurato un cantato più profondo. Un disco non certo per i modernisti ma piuttosto per tutti i cultori delle sonorità sopra menzionate. Per questi ultimi, da recuperare senza pensarci due volte.