7.5
- Band: DARK TRANQUILLITY
- Durata: 00:58:26
- Disponibile dal: 04/11/2016
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Per questa tornata recensitiva riguardo i Dark Tranquillity non ci vogliamo soffermare troppo sulle premesse e sui preludi concernenti la band e ciò che essa ha fatto di buono nella sua ultra-ventennale carriera: preferiamo arrivare al nocciolo del discorso, al succo della questione, seppur non di particolarmente breve svolgimento. “Atoma”, undicesimo full dei ragazzi di Goteborg, segue l’organica progressione-evoluzione che la band ha intrapreso fin dai suoi primissimi passi. L’album, difatti, ha tre caratteristiche fondamentali che, di per loro, lo rendono unico all’interno della discografia del gruppo: 1) è il primo lavoro composto e pubblicato senza l’apporto di Martin Henriksson, divenuto ora manager dei Nostri, dopo essere stato prima bassista, poi chitarrista, poi chitarrista-bassista e soprattutto l’importantissimo principale promulgatore del riff thrash-oriented da tupa-tupa divenuto caratteristico della Tranquillità Oscura e che ha fatto la fortuna di tanti suoi brani; 2) “Atoma” è anche il primo lavoro che i Dark Tranquillity hanno scritto senza la prevalenza compositiva di un chitarrista, in quanto anche Niklas Sundin, chiamato ai duri doveri della paternità, ha giusto risistemato e arrangiato qua e là i pezzi, senza fornire più di tanto il suo contributo estremo; 3) se ne deduce, di conseguenza, che a sobbarcarsi il grosso della composizione della musica siano stati il batterista Anders Jivarp ed il tastierista Martin Brandstrom, con la supervisione generale e l’aggiunta delle lyrics di Mikael Stanne; e, chiaramente, è piuttosto noto a qualsiasi attento fan della band come Jivarp e Brandstrom non siano mai state le anime scriventi più aggressive del combo. Comunque, fedeli alla loro solidissima democrazia interna – tutti nel gruppo hanno sempre composto, a differenza di moltissime altre realtà metalliche in cui spesso ci sono uno-due compositori ed il resto meri arrangiatori/esecutori – i quattro svedesi, ai quali si è aggiunto da poco al basso il vecchio amico Anders Iwers, si sono rimboccati le maniche e hanno partorito questo “Atoma” dopo un travaglio ancor più guerresco di quello sostenuto per “Construct”, come lo stesso Stanne afferma in sede di note biografiche. Il platter neonato è quindi non frutto di fulgida e lampante ispirazione vomitante idee, ma risultato di laboriosa e attenta valutazione di un songwriting sperimentale e, in un certo senso, ‘ansioso’, mai provato prima. Ciò vuol dire, in poche parole, che, più o meno come “Construct”, bisogna ascoltarlo bene per capirlo bene, “Atoma”, considerato che le grandi assenti fra questi solchi sono proprio le tanto idolatrate sei-corde; e per un disco di melo-death metal non è un dettaglio di poco conto. Siamo sempre lì, però: i Dark Tranquillity non sanno e non riescono a scrivere una canzone brutta, non è mai successo e non conta appellarsi alla vecchia “Day To End” (gran bel brano, oltretutto!) per ribellarsi all’evidenza. La qualità delle tracklist dei dischi degli scandinavi resta sempre e comunque elevata; non sempre, ahinoi, raggiunge la memorabilità. Ed in questo caso, un po’ come accadde tre anni fa per “Construct”, non siamo di fronte ad un lavoro memorabile, bensì ad un lavoro di rigenerazione almeno quanto il precedente, ma non quanto “Projector” ed “Haven”, disco, quest’ultimo, a cui si fa in fretta a fare riferimento, seppur in “Haven” le parti di clean vocals erano quasi a zero, mentre in “Atoma” il buon Michelino Stanne si concede spesso alla sua più languida impostazione espressiva. Dunque ci si trova davanti ad un pacchetto di canzoni in cui le tastiere, davvero mai come oggi, prendono il sopravvento sulle chitarre e dove, a fine ascolto, non si riesce a rammentare un riff che sia uno, se non forse quello portante dell’ottima opener “Encircled”. Un pacchetto di canzoni che, a differenza della grande varietà di “Fiction” oppure se posto di fronte all’oscurità incompresa del sottovalutato e quasi-dimenticato “We Are The Void”, risulta avere troppo poco mordente e pochi picchi di altitudine, livellandosi su coordinate melodiche più che discrete ma anche piuttosto anonime. E a questo punto, dato che in ogni caso si sta parlando di un signor disco e di una signorissima formazione, ci chiediamo se non sarebbe stato più saggio scendere da dodici a dieci tracce in tracklist e, magari, ospitare in quest’ultima le due bonus-track presenti nel secondo dischetto, “The Absolute” e “Time Out Of Place”: ottime e coraggiose composizioni, prodotte in maniera inusuale e completamente incentrate su un electro-rock (pop?) sui generis che non dispiace affatto e che avrebbe reso questo “Atoma” ancora più ‘solitario’ nella sequela di lavori dei Dark Tranquillity, invece restii a non scontentare troppo il loro fedelissimo e stolido pubblico metallaro. Per cui, nonostante si abbia amato alla follia e si ami tuttora i Dark Tranquillity, si fa fatica a gioire di fronte alla deriva meno pesante e più edulcorata che la band ha preso negli ultimi anni, complici i cambi di line-up e delle dinamiche compositive in seno alla formazione. Chiaro, brani quali “The Pitiless”, la pompatissima title-track, la già citata opener “Encircled” e le notevoli “Neutrality”, “When The World Screams” e “Clearing Skies” placano alquanto la sete di canzoni inedite dei Dark Tranquillity venutaci dopo tre anni di assenza, ma constatare come Stanne & Co. stiano mettendo in soffitta le complicate trame melodiche che fino a “Character” ci avevano entusiasmato…ebbene, fa un po’ specie. Basti ascoltare il pezzo riflessivo del disco (“Merciless Fate”) e paragonarlo a recenti capolavori quali “My Negation”, “Inside The Particle Storm” e “Iridium” per farsi un’idea di cosa manchi al platter in esame. Ancora una volta, perciò, riassumendo tutte queste poco connesse considerazioni, la band si reinventa mescolando in maniera decente le carte a propria disposizione, creando – questo sì, ci fa piacere – probabilmente le migliori canzoni componibili nelle attuali condizioni. “Atoma” riceverà ogni tipo di parere, consenso o dissenso – e per noi, nonostante l’innegabile buon voto, è una mezza topica – ma di certo non scalfirà la posizione sul trono del death metal melodico attribuita ai Dark Tranquillity molto tempo fa.