DARK TRANQUILLITY – Construct

Pubblicato il 22/05/2013 da
voto
7.5
  • Band: DARK TRANQUILLITY
  • Durata: 00:42:29
  • Disponibile dal: 27/05/2013
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: EMI

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Dark Tranquillity, decimo album in studio: l’attesa è finita! Probabilmente, almeno in Italia, uno dei dischi più importanti e aspettati di questa prima metà del 2013, “Construct” è stato anticipato per bene nel nostro track-by-track dedicato, contenente anche le parole di un Mikael Stanne soddisfatto e finalmente rilassato, dopo aver superato gli stressanti postumi derivati da sessioni di composizione e registrazione evidentemente mai così pesanti e ‘sentite’ da anni a questa parte. Il perché di questa situazione difficile da gestire è presto spiegato: il precedente lavoro, il criticato, mal compreso e discusso “We Are The Void”, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, anzi…ha instillato il dubbio, soprattutto nei fan del pensiero sempre negativo, che i Dark Tranquillity fossero giunti ad un anche giustificabile capolinea creativo – capolinea che addirittura, per i die-hard supporter della mitica era “Skydancer”/”The Gallery”, è arrivato da moltissimo tempo. E quindi ecco una vigorosa reazione. La reazione di una band che ha sempre avuto classe, che ha esperienza e che, in fondo ai propri intimi, conserva ancora il seme di quel frutto sperimentale che negli ultimi anni sembrava essersi disperso definitivamente nel vento. Il songwriting è passato spontaneamente nelle mani più atipiche di Niklas Sundin e Anders Jivarp, rispettivamente chitarrista e batterista del combo di Goteborg, lasciando parzialmente in disparte l’altro compositore principale dei Dark Tranquillity, Martin Henriksson, che ha avuto peraltro il suo bel daffare nel sorbirsi le parti di basso e re-inventarsi appunto bassista, oltre che chitarrista, in seguito all’abbandono di Antonsson appena prima delle registrazioni. Ed è così venuto fuori il nuovo lavoro “Construct”, un platter che si presenta immediatamente come difficile da assimilare, a tratti spiazzante, carico di arrangiamenti e sovraincisioni ancora da scoprire al ventesimo ascolto; un album melodico, molto melodico, ma di una raffinatezza deliziosa e di un gusto sopraffino per la decadenza e la delicatezza – se di ‘delicato’ si può parlare, discutendo di musica comunque ascrivibile al genere death metal melodico; un disco che cresce inesorabile fruizione dopo fruizione, dove i ritornelli puliti super-ammiccanti non scandalizzano affatto, in quanto splendidi, e dove l’uso diffuso dell’elettronica e dei filtri vocali – Mikael non ha mai cantato clean così tanto come su “Construct” – non stonano praticamente mai. Ritorna in mente più di una volta il vecchio “Haven” e qualche volta anche l’ancor più vecchio “Projector”; ma è “Haven” il punto di partenza per capire “Construct”, come se il quintetto svedese abbia voluto ampliarne le tematiche e le soluzioni, all’epoca accennate e poi lasciate perdere subito dopo, a favore di un ritorno alla melodia più orecchiabile con “Damage Done”. Scrivevamo della classe innata messa sul piatto dai Dark Tranquillity: basta ascoltare brani quali il singolo “Uniformity”, la conclusiva “None Becoming” oppure l’opener “For Broken Words”, per capire il senso di queste parole; classe mantenuta vivida anche nelle track più standard, in pieno stile DT, quali “Weight Of The End”, “The Silence In Between” e la vibrante “Apathetic”. Poi però, verso centro disco, ecco arrivare un paio di canzoni che vanno a solleticare l’essere pacchiano sito nei Dark Tranquillity, che si permettono il lusso di lasciare a Martin Brandstrom il pallino del discorso, portato avanti da giri discutibili alle tastiere (“What Only You Know”, “Endtime Hearts”) che seppur riusciti e avvincenti rivelano un sapore non-metal eccessivo anche per una band che da tempo non ha paura ad inserire melodie pop nella propria musica. Ci siamo tenuti per ultime, da citare, le due song meglio riuscite, da ascoltare senza paraorecchie e senza pensieri, in quanto semplicemente belle: “The Science Of Noise” e soprattutto l’intensa “State Of Trust”. Ecco, forse bisognerebbe partire, nell’analisi di “Construct”, da un semplicissimo concetto alla base più o meno di tutta la musica: la sua qualità, che spesso è sinonimo di bellezza. “Construct” è un album di belle canzoni, curate e ben costruite, in cui si percepisce chiaramente la volontà dei Dark Tranquillity di smuovere le acque stagnanti. A voi giudicare autonomamente se la direzione re-intrapresa dalla band è di vostro apprezzamento oppure no. Noi apprezziamo. Soprattutto il rimettersi in gioco. Non così scontato, oltretutto.

TRACKLIST

  1. For Broken Words
  2. The Science Of Noise
  3. Uniformity
  4. The Silence In Between
  5. Apathetic
  6. What Only You Know
  7. Endtime Hearts
  8. State Of Trust
  9. Weight Of The End
  10. None Becoming
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