
7.0
- Band: DARKENHÖLD
- Durata: 00:47:38
- Disponibile dal: 06/06/2025
- Etichetta:
- Les Acteurs De L'Ombre Productions
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Fuori dal tempo e dallo spazio, come si confà a chi non ha mai rinunciato a un certo approccio elitario al black metal, ammantando per di più le proprie creazioni di un’intensa aura fantasy. Al traguardo del sesto full-length, i Darkenhöld non mollano di un centimetro; e anche se, magari, aumenta il mestiere rispetto alla sorpresa, parliamo di un altro centro per il trio di Nizza.
Come sempre, le influenze sono molteplici, e si sentono. Dal lato più maestoso/medievale del black metal transalpino (Aorlhac, Véhémence…) agli Emperor, passando per i sotterranei e le rovine cantati da decenni dai maestri Summoning, la band sintetizza gelo norvegese, perversa malignità francese e una magniloquenza ammantata di miti tenebrosi. Emerge anche, rispetto ai dischi precedenti, un forte sottotesto di metal classico nella costruzione dei brani, in particolare nei riff di chitarra, rivisitato in chiave più oscura e efficacemente equilibrato dagli innesti di tastiere: spesso delicati, in altre occasioni più stranianti.
Si parte con un midtempo molto epico e cadenzato: “Codex De La Chevalerie” mette subito in chiaro il desiderio di donare atmosfera, in primis, ed è una componente che percorre sotterraneamente tanto i pezzi più aggressivi, quanto quelli più delicati. In particolare i due strumentali: la troppo breve – per il suo fascino – “Temps Enfouis” e ancor più “Sortilège Ancestral”, seducente e perversa, tra dungeon synth e pulsioni orchestrali. Per il resto, è puro black metal per gourmet, che tocca il suo apice, a nostro avviso, nella conturbante “Dans L’antre De La Vouivre”: un pezzo dalla costruzione standard, ma estremamente trascinante.
Come accennato, non si toccano le vette del precedente “Arcanes & Sortilèges”, ma per immaginare di calarsi pittati e guidati solo da un canto oscuro e da una fioca torcia nei sotterranei di un castello abbandonato, i Darkenhöld restano un riferimento solido.