7.0
- Band: DARKEST HOUR
- Durata: 00:34:56
- Disponibile dal: /06/2009
- Etichetta:
- Victory Records
I Darkest Hour non sono mai stati un gruppo alla continua ricerca di soluzioni nuove per la propria musica. Vero, sia "Undoing Ruin" che "Deliver Us" avevano visto i nostri giocare più spesso con la melodia e provare a rendere le loro composizioni più catchy e moderne, ma, alla fine dei conti, alla base dei pezzi vi era sempre un solido thrash-death metal di matrice svedese: quel sound creato da At The Gates e Dark Tranquillity che la band americana ha abbracciato senza vergogna sin dal suo debut "The Mark Of The Judas" (2000). Neppure Devin Townsend, famoso per le sue produzioni piene e per il suo intuito nel valorizzare il lato melodico di una band, è riuscito a far perdere di vista ai Darkest Hour certe coordinate sonore, quindi perchè stupirsi se il nuovo "The Eternal Return" – che invece è stato prodotto dal vecchio amico Brian McTernan – suona più svedese e più ruvido che mai? Portata a termine la collaborazione con Townsend e salutato il chitarrista Kris Norris (l’anima melodica del gruppo e il principale compositore dei succitati due ultimi album), i Darkest Hour tornano qui a quel sound prettamente swedish thrash-death che aveva caratterizzato ogni singola pubblicazione dei loro esordi. Un "back to basics" che inevitabilmente finisce per puzzare un po’ di già sentito, ma che tuttavia non lascia indifferenti se lo si analizza sotto un profilo puramente tecnico-compositivo. Anni di tour in giro per il mondo, spesso di fianco a veri e propri colossi della scena, hanno del resto fatto maturare alla band un’esperienza invidiabile, rendendola oggi una macchina oliatissima ed efficiente, che conosce il proprio genere a menadito e che sa dove mettere le mani quando si tratta di comporre nuovo materiale. Ecco perchè, ad ascolto terminato, l’impressione non è negativa: i brani sono ben costruiti e divertenti, mentre l’interpretazione dei nostri è molto concreta e convincente; soprattutto quella di John Henry, che, abbandonato il pulito, si produce in uno screaming dall’impatto notevole, perfettamente adatto all’attitudine senza fronzoli che caratterizza gran parte delle canzoni. "The Eternal Return", con le dovute proporzioni, è insomma il "Damage Done" dei Darkest Hour: un album poco sorprendente, ma di sostanza… potente, sufficientemente vario a livello ritmico e gradevole all’ascolto. I fan del gruppo e gli appassionati del sound thrash-death svedese di una volta dovrebbero apprezzare.