6.5
- Band: DARKUPSIDE
- Durata: 00:44:00
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Le enigmatiche figure stilizzate in copertina fanno presagire l’altrettanto enigmatica proposta dei genovesi DarkUpside arrivati al primo giro di boa, con questo “A Taste Of The Unknown”. Il trio capitanato da Diego Cazzaniga, voce, chitarra e programmer della band, imposta le sue tendenze alternative condendole con una modernità di sound più elettronico e arrangiamenti tendenti al progressive. Un po’ Rush, un po’ Therapy, un po’ Porcupine Tree ma con una volontà d’impatto più simile a quanto proposto, per esempio, dagli Alter Bridge. Un bel mash up di tendenze, tensioni, attitudini che mi mescolano in una maniera molto interessante. L’album è condito di ottime idee e supportato da ottime esecuzioni (“Into The Tunnel”) ma non sempre l’impatto è quello desiderato. Queste tracce di ciò che si è visto oltre la vita, nelle esperienze di “assaggi dell’ignoto”, risultano ben argomentate sia musicalmente che narrativamente, pur senza che nessuna delle due facce della medaglia risulti eccessivamente degna di lode spudorata. Lo stesso Cazzaniga, emblema del progetto, infatti, altalena prestazioni efficaci e momenti un po’ più titubanti. Paradossalmente questi momenti più bassi sono proprio quando cerca di essere più potente o particolarmente melodico (“Immortal Light” e Dawn Of A New Day”), e quelli più riusciti invece risultano essere quelli di “Transcendence”, per esempio, più inclini alle sue corde in Geddy Lee style, più intimo, soffuso e onesto. “A Taste Of The Unkown” è ben lontano dall’essere un prodotto amatoriale, ma risente ancora di quelle che sono le pecche di chi arriva al primo full length e presenta agli occhi di tutti quello che è il simbolo del proprio progetto. Un bella mescolanza, dicevamo, ma che deve ancora avere dalla sua quel giusto amalgama tra le parti elettroniche (perfettamente opportune), gli arpeggi sognanti, e gli ispirati pattern ritmici di Incorvaia e Di Marco, e, ovviamente, il canale vocale, che deve inserirsi appieno solo là dove può risultare un’arma efficace. Un brano come “Transcendence” fa vedere come la soluzione intrapresa possa regalare ottimi momenti. La proposta è interessante, i musicisti ci sono, le idee pure. La riuscita di tutto il disco non è però di quelle più entusiasmanti. Un posto di rilievo tra le proposte più attese al prossimo giro di boa spetta quindi sicuramente ai genovesi DarkUpside, che hanno dimostrato di avere le carte in regola per poter dire qualcosa. Per ora in potenza, ma non ancora in atto.