6.5
- Band: DARKWOODS MY BETROTHED
- Durata: 00:50:29
- Disponibile dal: 12/11/2021
- Etichetta:
- Napalm Records
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A scanso di equivoci, iniziamo intanto col dire che i finlandesi Darkwoods My Betrothed, una vera e propria band e non un semplice progetto, sono ancora oggi ricordati da chi appartiene alla ‘vecchia guardia’ del black metal ed affini, perchè prima dell’anno 2000 diedero alle stampe tre full-length; release discrete, anche se niente da tramandare ai posteri. Poi la band cadde nell’ombra per più di una ventina d’anni.
Ora, per promuovere il ritorno del gruppo, la Napalm Records enfatizza che all’interno della line-up è entrato a far parte Tuomas Holopainen, dei sempre quotati Nightwish, anche se i due gruppi non hanno praticamente niente in comune, nemmeno ora che condividono un medesimo elemento. Difficile quantificare l’apporto di Holopainen su questa nuova opera, eccetto forse per delle piacevoli e melodiche parti sinfoniche; difficile conoscere anche quali possano esser state le motivazioni della band di ritornare attiva e riformarsi dopo un’eternità, ma sta di fatto che in definitiva “Angel Of Carnage Unleashed” non è un album da gettare a priori. Siamo certi che quei (pochi) fan della band apprezzeranno anche questo nuovo lavoro: ci sono elementi che guardano al lontano passato, non solo della band ma del black metal di due decenni fa ed altri che strizzano l’occhio alla contemporaneità. Contemporanea è la produzione, cristallina e ben curata, qualche passaggio catchy (forse anche troppo) e delle melodie epiche un po’ scontate come su “In Thrall To Ironskull’s Heart”, che ad esempio, vorrebbe avere il pathos dei Falkenbach ed avere la stessa presa sul pubblico di un gruppo dal timbro epico come i Running Wild, seppur esterni al circolo extreme metal. Dopo un pezzo così ci si aspetterebbe qualcosa di simile, invece arriva il non meglio identificato “Massacre”, brano spinto con un cantato a tratti impazzito, di cui francamente non riusciamo a capire il motivo. Qui, come su altri pezzi, ci sono dei validi passaggi di tastiera, ma sono spesso inseriti in contesti in cui non sembrano poter convivere armoniosamente. Di “Black Fog and Poison Wind”, per fare un altro esempio, ci ricorderemo del giro di synth, tanto buono quanto già sentito. Le strutture delle canzoni, infatti, talvolta sono caotiche e inconcludenti; le lacune presenti vengono evidenziate da uno stile musicale extreme variegato, ma che sembra un po’ raffazzonato, come abbiamo visto. I capitoli migliori, in grado di rapportarsi idealmente a qualcosa del lontano passato del gruppo o sfiorare stilisticamente band quali Borknagar e primi Covenant, sono “In Evil, Sickness, And In Grief”, in cui si respira l’aria degli anni ’90, la convincente “You Bitter Source Of Sorrow” e “Where We Dwell” con un bel giro di piano che potrebbe con un po’ di fantasia rievocare gli Obtained Enslavement, seppur per una sola manciata di istanti. Di tanto in tanto, la band fa qualche accenno musicale alla teatralità e le idee non sono da gettare, ma rimangono in stato embrionale. Se mai ci sarà un seguito a questo “Angel Of Carnage Unleashed”, il voler approfondire questo aspetto potrebbe rivelarsi una scelta interessante, sebbene difficilmente i Darkwoods My Betrothed scomoderanno gruppi come Arcturus; per contro, la band potrebbe puntare ad ampliare le atmosfere misteriose ed avvicinarsi maggiormente al filone atmospheric black metal. Vedremo, comunque fa sempre piacere rivedere i gruppi degli anni d’oro del fenomeno black (symphonic) metal inteso in senso lato, anche quelli di ‘seconda fascia’ come i Darkwoods My Bethroted, ovvero quelli che hanno fatto parte di un movimento senza avere la forza e le capacità per poterlo trainare.