8.0
- Band: DAWN OF RELIC
- Durata: 00:58:24
- Disponibile dal: 01/03/2003
- Distributore: Audioglobe
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Dalla terra dei laghi per antonomasia, la Finlandia, ecco una band che si nutre di swedish death metal. Sì, le influenze tra i paesi limitrofi scandinavi a volte sono davvero evidenti: strano che in un movimento come quello finnico, che da tempo ci ha abituati alla sua peculiarità e stravaganza, ci sia gente come questi Dawn Of Relic, che di personale mettono forse poco e preferiscono seguire il trademark svedese. Da sottolineare subito il fatto che la band è dotata di un’ottima tecnica e di un raffinato buon gusto che la porta a realizzare un album davvero ottimo. I nostri possono ricordare a tratti i Dark Tranquillity e, nella bellissima “Phosphor”, gli Hypocrisy. Belle melodie, la giusta dose di grinta, il tutto supportato da tappeti di tastiere quasi impercettibili eppur tanto importanti per donare un’aura sognante a tutte le track. I Dawn Of Relic in “Scions Of The Blackened Soil” e “Wrathcast” pagano un tributo ai concittadini (entrambe le band provengono dalla piccola Oulu) Catamenia, band symphonyc black metal; in altri momenti la musica si fa più melodica e sognante, lenta e trascinante come in “The Awakening” e “The Wail Of The Tartarean Wells”, canzoni in cui si sente un’eco dei Sentenced di quel capolavoro che fu “Amok”. Tanti riferimenti ad altre band per spiegare come questo combo si muova su binari già percorsi da altri, ma davvero lodevole la qualità della musica da loro proposta. Un amante di questo genere di musica estrema e di buona musica in generale dovrebbe dare più di una chance a questi finlandesi. Non mancano, poi, le bonus track: stavolta si tratta di canzoni risalenti al periodo dei demo, e questi capitoli finali non sfigurano con le altre canzoni pur essendo assai più soft. Da segnalare il buon uso della voce femminile, dal bel timbro e impegnata in piacevoli metriche. Cos’altro aggiungere? Nel mar morto delle idee di un genere di cui si è abusato fin troppo ecco i Dawn Of Relic, che alla loro seconda release sono riusciti a dimostrare che anche senza originalità al 100% si può fare ottima musica.