5.0
- Band: DAWN OF WINTER
- Durata: 00:51:55
- Disponibile dal: 07/12/2018
- Etichetta:
- I Hate Records
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Non basta la passione e una buona dose di professionalità per garantire un’efficace e lodevole preghiera per il doom. Ed il qui presente “Pray For Doom” espulso dai tedeschi Dawn Of Winter ne è la prova provata. A dieci anni di distanza dall’ultimo “The Peaceful Dead”, i quattro teutonici, capitanati da Gerrit P.Mutz, leader dei power metaller Sacred Steel, sono tornati in studio per rilasciare questa terza faticosissima prova. Il doom proposto dai Dawn Of Winter è di quello essenziale, che prende spunto dai capisaldi del genere, Candlemass in primis: questa l’idea iniziale, sviscerata con il debutto del ’98 “In The Valley Of Tears”, questa la linea perseguita con i due lavori successivi, “Pray For Doom” compreso. Ma se le intenzioni sono buone, come credibile è la partecipazione per uno stile a tratti più incline all’epic doom, non altrettanto si può dire per la messa in pratica. Trame lunghe, anche troppo, come dimostra il terzetto iniziale, portano ben presto l’ascoltatore ad adagiarsi su un livello piatto e monotono, senza mordente. Un inizio sottotono, che va a dipingere l’imminente inverno come un quadro più che pesante e sofferente. Gli otto salmi elucubrati dall’ugola dello stesso Gerrit, le cui tonalità, pur orecchiabili, non brillano certamente d’intensità, non riescono a trasmettere il giusto vigore che si vorrebbe. Un songwriting penalizzante inseguito nel corso delle otto litanie: pathos ridotto al minimo, azzardato, incastrato, legnoso e talvolta pure banale. “Pray for me, pray for you, pray for doom”: passi lo slancio alla Manowar-style, passi l’epicità di alcuni passaggi, ma qui non si tratta tanto di true, false, poser o non poser, qui si tratta di rivedere alcune scelte alla base della proposta generale. Perché non sempre la passione viscerale per un genere, anche nei modi più semplici e genuini, è sufficiente per superare a pieni voti (o quanto meno adeguati) un esame. Ed anche a voler trovare una minima speranza, un accenno di novità o bagliore di emotività non la si trova. Altro che pray for me, for you and doom; pray for us… and immediately.