7.5
- Band: DAWN RAY'D
- Durata: 00:41:41
- Disponibile dal: 25/10/2019
- Etichetta:
- Prosthetic Records
- Distributore: Audioglobe
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Diventati per molti fan e addetti ai lavori una cosiddetta ‘next big thing’ grazie all’exploit del debut album “The Unlawful Assembly”, i Dawn Ray’d si ritrovano con il nuovo “Behold Sedition Plainsong” a dovere subito dimostrare di essere all’altezza delle importanti considerazioni spese nei loro confronti nell’ultimo biennio. Forse la black metal band britannica non desiderava tutta questa attenzione, ma la qualità della sua proposta ha risuonato ben più del previsto e adesso tocca loro fare i conti con delle aspettative impensabili sino a solo pochi anni fa. Per fortuna, i ragazzi di Liverpool sono rimasti sereni e concentrati, e quanto ascoltabile su questo loro nuovo album denota ancora una volta una maturità e un’ispirazione degne di questo nome, assieme ad una netta crescita del livello tecnico, chiara conseguenza di tutti i concerti tenuti in giro per l’Europa e gli USA negli ultimi tempi.
Nel mondo dei Dawn Ray’d, ignoranza, ingiustizie e inedia sono all’ordine del giorno. Il loro background anarchico li porta sempre a confrontarsi con tematiche legate alla lotta di classe o, più in generale, al sociale; la conseguente frustrazione e, talvolta, un relativo senso di impotenza, oltre a far crescere rabbia e rancore, arrivano a tratti a sfociare in amarezza e depressione, stati d’animo che il gruppo sa sempre ben sintetizzare all’interno delle proprie canzoni. Le atmosfere sospese fra sofferenza ed epicità tipiche del debut album si confermano dunque il fulcro anche di questa nuova prova, ma la crescita sul fronte esecutivo è appunto netta, cosa che si traduce in arrangiamenti più elaborati e, in generale, in brani più ricchi di dettagli. Non vi sono più dunque solo il riffing di chitarra impetuoso e le ardenti pennellate di violino del frontman Simon Barr a sovrapporsi ad esso con innata passionalità: l’interplay fra i due strumenti appare qui più costante e ‘virtuoso’, con la stessa chitarra che anche negli episodi più aggressivi si fa meno distorta, trovando in degli arpeggi e in dei break puliti nuove modalità espressive. Anche il cantato ha un altro sapore rispetto a “The Unlawful Assembly”: il coro di “A Stone’s Throw” risulta intonato e perfettamente integrato all’interno della trama folk, facendo tutt’altra impressione rispetto alle clean vocals un po’ impacciate di due anni fa.
Queste non decisive ma importanti sfumature, insieme a canzoni che mantengono il consueto buon livello compositivo all’interno della loro formula epic/melodic black metal, rendono “Behold…” un altro passo avanti per la formazione inglese. Forse all’interno della tracklist non vi è un classico istantaneo come “Emptiness Beneath the Great Emptiness”, ma quanto offerto su questo secondo full-length non manca mai di confermare quanto i Dawn Ray’d siano già una solida certezza, in tutti i sensi.