DAZZLING KILLMEN – Face Of Collapse

Pubblicato il 01/06/2020 da
voto
9.0
  • Band: DAZZLING KILLMEN
  • Durata: 00:42:14
  • Disponibile dal: 14/03/1994
  • Etichetta:
  • Skin Graft Records

Spotify:

Apple Music:

Nel 1994 escono delle perle discografiche oltre-il-rock di una luminosità ancora oggi incredibile (senza dilungarci oltre, in ordine sparso: “Burn My Eyes”, “The Downward Spiral”, “Transilvanian Hunger”, così, a memoria). Sotto queste grandi luci, però, si trovano altrettante scintille forse ingiustamente oscurate dalle più fortunate sorelle. Una di queste è sicuramente “Face Of Collapse” dei Dazzling Killmen, disco che ha concluso il percorso discografico della formazione di St. Louis, Missouri; che, secondo molti, ha contribuito ad alimentare la fiamma del math-rock più distorto, sludge e sgraziato; e che è uscito – a onor di leggende dimenticate – qualche mese prima di un altro grande baluardo sludge, “When The Kite String Pops” degli Acid Bath.
Contaminato da influssi jazz, psichedelici, funky, ma dotato di una rabbia funambolica propria dell’hardcore e del verbo Jesus Lizard (formatisi solo tre anni prima), questo secondo disco dei Dazzling Killmen è un tripudio di influenze talmente potenti da poter infiammare un’intera nuova generazione, cresciuta probabilmente con il verbo Black Flag. Seppur, naturalmente, passato troppo impietosamente in sordina. Tali succitate influenze passavano da Ultraman, Black Flag, Minutemen, Captain Beefheart, Big Black, Miles Davis e John Coltrane, e non sembra strano ritrovarli tutti in quel calderone violento che è la loro perla discografica, che anche leggendariamente ne amplifica e ne chiude la carriera. Partire con “Staring Contest” è come iniziare con “Jane Doe” dei Converge: si capisce subito che si avrà a che fare con schiaffi e pugni sul grugno. Ma ogni volta sono colpi diversi e lasciano interdetti in maniera differente. “Bone Fragments” sembra addirittura fare da gemello alle derive artistoidi di certi, altrettanto mitici, Oxbow, anche loro fratelli dimenticati dei ben più blasonati Faith No More più maledetti. Gli Anni Novanta più art-rock intrisi di una forza e di una rabbia espressiva che ne hanno plasmato la validità così trascendente della loro decade, capace ancora di essere efficace e probabilmente imbattuta. At The Drive In, The Mars Volta, The Dillinger Escape Plan ne hanno poi sicuramente fatto tesoro, alimentandola con i suoni dei tempi nuovi. “Painless One” è una bordata di sferragliate alternate, simili a rasoi in controtempo che, con magliette punk, riescono a lasciare l’hardcore fare il suo corso più metallaro. Arrivare ai quattordici minuti della quasi-titletrack (“In The Face Of Collapse”) è come fissare un monolite gigantesco che, scolpite sulla sua superficie, ad un occhio più attento mostra incisioni di raro gusto compositivo, che forse si potranno riscontrare negli altrettanto mitici Drive Like Jehu: scansioni temporali brillanti, colorazioni chitarristiche free-jazz, sporcature quasi stoner e un finale ingolfatissimo di tutto, perfettamente strutturato e parimenti letale e subito efficace. Così come la pacca finale di “Agitator”, con un giro di basso punk sporcaccione che sarebbe passato agli annali se solo, purtroppo, troppa polvere non si fosse posata su band e disco, causa sicuramente lo split-up successivo.
Evidentemente drenati di uno spirito compositivo frutto di anni di scuola jazz, ascolti punk da cameretta e spirito dei tempi che correvano, i Dazzling Killmen finirono con il di-scioglimento, lasciandoci però con un tesoro nascosto. “Face Of Collapse” regala un ascolto da rendere ogni volta più attento del precedente, mai perdendo la sua grandezza e la sua pura e funambolica bellezza specifica. Lo ricordiamo così, come l’amico geniale che avevamo a scuola, dal carattere burbero e decisamente poco mansueto, di cui ci piace rimembrare le gesta, arricchendole ogni volta con particolari nuovi e pazzoidi, che lo rendevano sempre più fuori dagli schemi. Ebbene sì: tanto folle quanto all’avanguardia…

TRACKLIST

  1. Staring Contest
  2. Bone Fragments
  3. My Lacerations
  4. Blown (Face Down)
  5. Windshear
  6. Painless One
  7. In The Face Of Collapse
  8. Agitator
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.