DE ARMA – Strayed In Shadows

Pubblicato il 15/06/2021 da
voto
8.0
  • Band: DE ARMA
  • Durata: 00:53:30
  • Disponibile dal: 25/06/2021
  • Etichetta:
  • Trollmusic
  • Distributore: Audioglobe

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Sarebbe riduttivo definire questo album un esempio di classico gothic rock di stampo ottantiano rimaneggiato secondo i canoni musicali contemporanei – nonostante già questa prospettiva, seppur esile, sia sufficiente a destare una certa curiosità in quegli ascoltatori cresciuti a ‘pane e Sisters Of Mercy’. I De Arma, infatti, con questo “Strayed In Shadows”, fanno qualcosa di più: realizzano un viaggio musicale sorprendentemente variegato, originale, toccando i bordi di generi e atmosfere tradizionalmente distanti, ottenendo un risultato dalla levatura artistica eccellente.
Il progetto svedese è nato oltre dieci anni fa, fino a oggi ha avuto all’attivo un EP e un full-length, entrambi di buona fattura, con momenti di indubbia qualità, ma ancora strettamente legati alle sonorità di archetipi come Katatonia, Anathema e Tiamat, vicini al doom melodico di Saturnus e Swallow The Sun. Con questo nuovo album, però, le cose cambiano quasi del tutto. Innanzitutto nella formazione, che ridimensiona la band a un duo. Ma, soprattutto, nella progettualità musicale: il genere dei De Arma si colloca, con “Strayed In Shadows”, in una dimensione che, come si accennava poco sopra, coniuga in una formula innovativa diversi elementi.
I riferimenti archetipici adesso sono i maestri della darkwave – dai già citati Sisters Of Mercy ai classicissimi Joy Division, passando per il magistero più underground di Bauhaus e Tuxedomoon. E, questo sostrato di tradizione gotica e rockeggiante, scardina ogni schema coniugandosi sia con esperienze musicali teoricamente vicine (in parte i migliori Sentenced, in parte i Type O Negative più evocativi), sia con le ultime generazioni del blackgaze o del post-black (dagli Agalloch ai Fen). Tutto senza rinunciare mai a un’atmosfera quasi miracolosamente in equilibrio tra passato e presente, con i suoni di chitarra in continuo dialogo tra metal e rock, la voce di A. Petterson che sembrano provenire direttamente dal Batcave londinese, mentre la sezione ritmica rinuncia agli stilemi di quella tradizione, sostenendo le scelte melodiche con un sound di batteria quasi morbido, e un basso mai in primo piano.
“Strayed In Shadows” si configura così come un vero e proprio viaggio nei meandri sfaccettati della malinconia, pescando dai vari mondi musicali che hanno saputo teorizzare una resa sonora di certi stati emozionali. Se il primo singolo “Illusions Of Love” può dare la sensazione di trovarsi di fronte a una rielaborazione (certamente originale) di certe esperienze del gothic metal anni Novanta, le vere sorprese appaiono nell’ascolto integrale dell’album – il quale si configura come un discorso, un tentativo di toccare aspetti emotivi e musicali con composizioni lunghe, composite, mai alla ricerca del facile ritornello o dello schema radiofonico (nonostante il genere di provenienza lo permetterebbe, eccome).
In questa sede basterà citare la traccia di apertura e quella di chiusura, cioè le vere punte di diamante del lavoro. L’opener “Pain Of The Past”, in oltre otto minuti, rappresenta una sorta di miniera musicale, nella quale si possono raccogliere diamanti piccoli e variegati, lasciandosi trasportare in una composizione mai simile a se stessa, che viaggia da un gothic rock complesso fino a esplodere in riff che potrebbero provenire dai migliori Paradise Lost – intrecciandosi con arpeggi che lanciano l’ascoltatore in una straniante nostalgia per qualcosa che non si è mai vissuto. La conclusiva “You Were Blood” è invece un compendio dove gli Alcest incontrano la darkwave, il blast beat si sposa con melodie vocali che rimandano a certi Depeche Mode, i riff furiosi e disperati diventano armoniosamente ritmiche in levare, per poi sfociare in un mare di delay e distorsioni – il tutto in una composizione di oltre dieci minuti.
Tra questi due brani si dipana “Strayed In Shadows”, costituendosi in tracce mai deboli, dove la band dimostra di avere sempre qualcosa di interessante e innovativo da dire. E dunque, senza esitazione, si può affermare che si tratta di uno degli album più interessanti tra quelli finora pubblicati nel 2021. Un lavoro da ascoltare, riascoltare e far ascoltare – con la speranza che possa fuoriuscire dal circuito underground, dato che questi nuovi De Arma hanno tutte le potenzialità per diventare tra i protagonisti della scena metal contemporanea.

TRACKLIST

  1. Pain Of The Past
  2. City Vultures
  3. Illusions Of Love
  4. Funeral In My Brain
  5. Horror In The Dark
  6. Days Of Judgment
  7. You Were Blood
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