7.0
- Band: DEAD CHASM
- Durata: 00:32:28
- Disponibile dal: 05/05/2023
- Etichetta:
- F.D.A. Records
Spotify:
Apple Music:
I Dead Chasm non sono dei principianti. Lo si era capito ascoltando il convincente omonimo EP di debutto, uscito poco più di un anno fa sempre per F.D.A. Records. Il progetto è nato di recente, ma i membri di questa formazione death metal lombardo-veneta possono vantare una carriera già piuttosto lunga e piena di attività. Il ‘mestiere’ viene insomma fuori anche su questo “Sublimis Ignotum Omni”, primo full-length che conferma quanto il trio sia preparato nella rielaborazione delle geometrie sonore di un death metal dai toni foschi, attentamente modellato sulla coordinate dettate da certo old school contemporaneo. Il nuovo lavoro si pone quindi in continuità con la prova precedente, riproponendo la stessa cura in sede di produzione e anche il medesimo assetto stilistico. Su “Sublimis…” i Dead Chasm insistono sulla direzione illustrata nel debut, evocando paragoni soprattutto con i finlandesi Krypts, manifestando tutto il loro attaccamento alla causa, un’assunzione matura di quelle scelte e la rivendicazione di un percorso che di certo non mostra segni di indecisione. Una musica inquieta e che percorre paesaggi oscuri su cui si stendono ulteriori ombre lunghe e tormentate: questo è sostanzialmente il death metal del trio italiano, il quale qui risulta particolarmente impegnato nella costruzione di brani dal carattere ruvido e arrembante. Si punta molto su ritmiche serrate, aggredendo l’ascoltatore con ripetuti uptempo guidati dal riffing di chitarra e dal growling della cantante/chitarrista Lorenza De Rossi, la cui interpretazione sembra provenire dai recessi profondi dell’anima, con l’intento di proiettare l’ascoltatore verso un ignoto certo non rassicurante.
In questa aggressione continua, viene un po’ a mancare quella componente doom e atmosferica che in opere di questo tipo ha solitamente il compito di arricchire e rendere più sfaccettato il sound di partenza. “Sublimis…” in questo senso non è dunque molto versatile: quasi tutti gli episodi si assestano su ritmiche simili, evitando di approdare su partiture meno tese che potrebbero aprire il campo ad altri tipi di soluzioni e influenze. Fortunatamente, il gruppo ha però lavorato sulla sintesi, cosicché il disco non finisce per durare eccessivamente e risultare sfiancante. Del resto, come accennato, i Dead Chasm padroneggiano evidentemente la loro materia e questo primo full-length non può che essere considerato un buon nuovo passo nel loro personale percorso di affermazione. Per chi stravede per il genere, un gran pezzo come “Ethereal Fragments” potrà senz’altro rappresentare una hit.