8.0
- Band: DEAD CONGREGATION
- Durata: 00:40:02
- Disponibile dal: 05/05/2014
- Etichetta:
- Martyrdoom Productions
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Old-school. Quante volte negli ultimi mesi abbiamo sentito questa definizione andare a braccetto con la dicitura “death metal”? Tante, forse troppe, al punto che delle centinaia di gruppi facenti parte del cosiddetto “fenomeno revival” in pochi hanno apportato contributi significativi al genere, affrontando di petto la lezione dei maestri senza scadere nel mero riciclo di idee altrui. Potremmo citare a titolo di esempio Funebrarum, Grave Miasma, Lvcifyre, Maveth, Undergang… ma anche Dead Congregation, tra i primi a riportare in auge certe sonorità grazie al portentoso “Graves Of Archangels”, mirabile punto d’incontro fra la scuola death metal di John McEntee e Trey Azagthoth, la perfidia del black e le atmosfere mortifere del doom. Sono trascorsi sei anni dalla pubblicazione di quel full-length – un lasso di tempo considerevole per una realtà underground – e finalmente il quartetto ateniese è di nuovo fra noi, intento a dare alla luce (anche se forse sarebbe più corretto parlare di tenebre) un nuovo capitolo della propria discografia. “Promulgation Of The Fall” riprende il discorso interrotto dalla band prima che questa fosse inghiottita dall’abisso del silenzio, scarnificando i nostri padiglioni auricolari con una colata di suoni opprimenti e luciferini, che sembrano a tutti gli effetti propaggini di una qualche bolgia infernale. La capacità dei Dead Congregation di evocare scenari da incubo, sospesi tra furia ieratica e visioni ancestrali, si conferma anche in questo caso straordinaria: affidandosi esclusivamente a strumenti tradizionali quali basso, chitarra e batteria, l’ensemble ellenico imbastisce una tracklist di rara intensità e malvagità, in cui le sopracitate influenze (Incantation e primi Morbid Angel da un lato, black metal e doom dall’altro) si mescolano in un coacervo efficientissimo, denotando in ogni momento grande cura e gusto nel songwriting. Poche o nulle – quindi – le differenze stilistiche rispetto al passato, anche se confrontato con l’ormai celebre debut album, “Promulgation Of The Fall” appare mediamente più diretto e brutale. Soltanto la titletrack, semi-strumentale dall’incedere maestoso e decadente, sfoggia senza indugi atmosfere e melodie sibilline, ma non si può certo dire che per questo motivo la proposta abbia perso sensibilità o spessore; le varie “Schisma”, “From A Wretched Womb” e “Nigredo” (brano principe dell’opera e, forse, dell’intero repertorio di Anastasis Valtsanis e compagni) sono qui a dimostrarlo, coniugando l’elettricità perversa di “Altars Of Madness” con le ritmiche catramose di “Mortal Throne Of Nazarene” e le arie blasfeme di “Thy Mighty Contract”, per un risultato finale da gelare letteralmente il sangue nelle vene. “Promulgation Of The Fall” è la dimostrazione di come certo extreme metal possa ancora incutere timore, difficile escluderlo dalle immancabili top 10 di fine anno a fronte di simili risultati.