8.0
- Band: DEADRISEN
- Durata: 00:48:34
- Disponibile dal: 13/03/2020
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Siamo molto entusiasti di presentarvi l’album d’esordio del nuovissimo progetto statunitense DeadRisen, composto da ben cinque musicisti talentuosi e ricchi di idee, di cui due non hanno certo bisogno di presentazioni: parliamo ovviamente dello strabiliante vocalist Will Shaw (ex Heir Apparent) e del sempre più onnipresente bassista Mike LePond (Symphony X, Eternity’s End, Ross The Boss etc.). Gli altri partecipanti sono il tastierista Tony Stahl e, soprattutto, il chitarrista Rod Rivera e il batterista Dan Prestup, entrambi provenienti dal combo Rivera/Bomma.
La formula scelta per la creatura appena nata trova il proprio approvvigionamento nell’inesauribile fonte di soluzioni musicali del progressive metal, approcciato in questo caso con un’ottica fortemente classicista e dalle marcate tinte power. Vi è quindi una discreta quantità di citazioni indirette agli stessi Symphony X o ai norvegesi Pagan’s Mind; sia sul versante musicale – ricco di virtuosismi senza però sacrificare i riff portanti più grintosi e graffianti – che su quello vocale, grazie al contributo di un Will Shaw che fa evidentemente tesoro dell’esperienza appena conclusa all’interno dei connazionali Heir Apparent.
Da “Prophecy” fino a “The Maker” le prime tre tracce rappresentano in pieno quanto appena descritto, grazie alla componente power ben in evidenza e alla notevole importanza riservata all’aggressività, sfruttata con classe ed eleganza grazie agli sfoggi strumentali tecnici ed articolati, senza però dimenticarsi di valorizzare la struttura, che rimane comunque assimilabile e ficcante nel suo incedere, così come anche le penetrantissime melodie. “Reach For The Sun” spezza il ritmo serrato grazie alla propria natura da power ballad, in cui è lo stesso Will dietro al microfono a vestire i panni della superstar, con uno degli stacchi vocali più da brividi dell’intera produzione; prima di una “Visions” che inizia a sua volta come un pezzo lento, ma che ben presto si tramuta in una vera e propria aurora boreale di colori e adrenalina, compreso una sorta di mini-bridge dal gusto etnico che precede un assolo di chitarra memorabile a dir poco. Fomento che prosegue con l’epica “Chains Of Time”, che ricalca in pieno la concezione di brano relativamente moderno, ma colmo di riferimenti al metal degli anni ’80 per via ad un retrogusto molto più vecchia scuola di quanto ci saremmo aspettati di trovare in un prodotto di questo tipo; questo soprattutto grazie al ritornello deliziosamente assillante e ad un guitar work che ci ricorda illustri colleghi del calibro di Chris Impellitteri e Tony MacAlpine.
La fase finale inizia con il singolo “Fear And Fury”, molto più orecchiabile rispetto a quanto venuto precedentemente e in linea con quanto richiesto da un primo estratto – con video ufficiale annesso – e prosegue con una “But You” che ‘conclude’ l’opera con una collera e una capacità evocativa degna dell’ultima traccia originale di un pacchetto così succoso. Abbiamo usato le virgolette per un motivo, dato che è presente anche una sorpresina: una cover riadattata e pregna di personalità del tormentone immortale “For Whom The Bell Tolls” made in Metallica, sempre piacevole ed emozionante alla faccia di chi a prescindere deve gettare fango sulla metal band più famosa del mondo.
Vogliamo rivolgere una sentita dose di complimenti ai DeadRisen e ad AFM Records, poiché sono riusciti indubbiamente a confezionare un prodotto tra i più ispirati ed interessanti di questo primo, infausto quarto di anno a base di pandemie, meteoriti e complottisti da battaglia. Con una commistione così ben calcolata di moderno e classico, difficile che questo disco possa scontentare qualcuno, fatelo vostro!