DEATH ANGEL – Humanicide

Pubblicato il 07/06/2019 da
voto
7.0
  • Band: DEATH ANGEL
  • Durata: 00:45:01
  • Disponibile dal: 31/05/2019
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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Sull’onda delle recenti prestazioni live (lo scorso dicembre misero sottosopra il Phenomenon di Fontaneto d’Agogna, ndr), l’attesa vibrante per il nuovo lavoro targato Death Angel era più che giustificata. Del resto, l’ultima espulsione in ordine di tempo sfornata da Mark Osegueda e compagni, “The Evil Divide”, aveva bollato con il più classico degli ‘approved’ lo stato di forma della band made in San Francisco, confermando così un’ormai non più sorprendente seconda giovinezza per il quintetto americano. “Humanicide” aveva quindi il compito di celebrare le aspettative appena menzionate: allinearsi alla qualità delle ultime release con, magari, l’aggiunta di nuovi spunti propositivi. Il risultato? Un buon album, non c’è che dire, tuttavia, ci sentiamo di utilizzare quell’espressione, talvolta fastidiosa, che ricade nelle due parole ‘di mestiere’ che sta a significare come i nostri abbiano portato a termine la missione che gli si chiedeva punto e stop. Thrash puro e genuino; violenza, tanta, soprattutto nella prima parte ma, giunti alle ultime note di “On Rats On Men”, oltre all’adrenalina respirata nel corso dei quarantacinque minuti previsti, il sapore di un leggero amaro in bocca si spande sul nostro palato metallico.
E dire che le avvisaglie erano più che convincenti: la rabbia fuoriuscita dalla bocca del buon Mark, ad introdurre la titletrack, replica alla perfezione il ghigno bavoso dei tre lupi presenti in copertina, portandoci nell’immediato sui giusti binari di un full-length dinamitardo e compatto. “Humanicide” è, infatti, un pugno assodato in pieno volto senza se e senza ma; poche parole, tanta sostanza. Nulla comunque in confronto alla furia sonora sparata dalla successiva “Divine Defector”: mentre la coppia Cavestany-Aguilar confeziona un intruglio malefico di riff, Osegueda si traveste dal miglior Araya urlando nei nostri timpani tutta la brutalità di questo mondo, prendendosela in questo caso con gli ambienti religiosi. Bomba assoluta per la quale si prevedono vittime nei moshpit che ne seguiranno. L’aggressività sviscerata dai Death Angel non perde quota, se non a livello di velocità: la pesantezza di “Aggressor” si assesta su strofe più ritmate, ruvide ed ‘armoniose’ a fronte di un refrain grintoso e corale; il più classico in chiave thrash. Il piede torna a piagiare tonante: prendendo in prestito dal rock’n’roll dei Motörhead la formula più punkeggiante, Mark e compagni la plasmano a loro piacimento, elaborando una rasoiata senza tregua a nome “I Came For Blood”. Ed è a questo punto che qualcosa s’inceppa nel motore ultraviolence della band statunitense. Nessuno pretendeva dieci assalti thrash, con il rischio – e talvolta accade – di avere un monologo sonoro sì accattivante ma pure cantilenoso; accade tuttavia che, a partire da “Immortal Behated”, la vena creativa dell’act a stelle e strisce subisca un forte calo d’ispirazione. E’ vero che entrano in gioco passaggi più heavy, anche ricercati e se vogliamo anche più moderni; il problema è che non lasciano il segno come dovrebbero, risultando, a conti fatti, troppo macchinosi da una parte (la stessa “Immortal Behated”) oppure al limite della prevedbilità dall’altra, come “Ghost Of Me” o, peggio ancora, “The Pack”. Escono dall’anonimato caratterizzante questa seconda e altalenante parte del full-length, la grintosa “Alive And Screaming” e la futuristica “Revelation Song” con il suo incedere sì cadenzato ma tenace e coinvolgente.
Cosa aggiungere? Un lavoro ben fatto… per metà. Forse i Death Angel ci avevano abituati troppo bene e di conseguenza le aspettative erano doverosamente alte: dallo studio le conferme sono arrivate, ma meno perentorie che in passato. Ci conforrta sapere che on stage i discorsi saranno ben altri.

TRACKLIST

  1. Humanicide
  2. Divine Defector
  3. Aggressor
  4. I Came For Blood
  5. Immortal Behated
  6. Alive And Screaming
  7. The Pack
  8. Ghost Of Me
  9. Revelation Song
  10. On Rats And Men
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