7.0
- Band: DEATH ANGEL
- Durata: 00:56:40
- Disponibile dal: 03/09/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Quelli recenti sono stati tempi difficili per i Death Angel. Le dipartite prima del bassista Dennis Pepa e poi del batterista Andy Galeon hanno messo a dura prova la tenuta di un gruppo che si è trovato in meno di un anno a dover ricomporre una band privata di due membri storici. I musicisti scelti per prendere il loro posto rispondono al nome di Damien Sisson, bassista degli Scarecrow, e il batterista dei Vicious Rumors, Will Caroll. “Relentless Retribution” è il primo risultato di questa nuova incarnazione di uno dei gruppi thrash più attesi del 2010. Artwork decisamente accattivante, produzione dai suoni nitidi e potenti e prestazioni tecnicamente come al solito di spessore sono le fondamenta su cui si erge un lavoro stilisticamente vario e in più frangenti anche piuttosto coraggioso. Chi da decenni si aspetta un nuovo “The Ultra Violence”, avrà dunque già capito che anche questa volta la band di San Francisco ha optato per scelte differenti, proseguendo sulla scia delle ultime uscite post-reunion. Nell’ascolto dei cinquantasei minuti di “Relentless Retribution” vi capiterà infatti di imbattervi il brani più aggressivi, tirati e classicamente thrash, altri più cadenzati e pesanti e infine altri ancora dal taglio più melodico, con parti acustiche e voci pulite. Tra i pezzi che più verranno apprezzati dai fan di lunga data troviamo “Truce”, “This Hate”, “I Chose The Sky”, “River Of Rapture” e la conclusiva “Where They Lay”, i brani più aggressivi, veloci e trascinanti del lavoro, sorretti da riff serrati dal notevole tiro e potenzialmente devastanti dal vivo. Se con questi pezzi la band va piuttosto sul sicuro, su episodi come “Claws In So Deep” e “Death Of The Meek”, anch’essi piuttosto tirati, troviamo invece un maggior utilizzo di parti vocali pulite e melodie più ariose soprattutto a livello dei ritornelli. Accenni di sperimentazione dunque che si materializzano invece in maniera molto più evidente sulla melodica e particolare “Opponents At Sides” e sul lento acustico “Volcanic”, due brani discreti ma che difficilmente verranno apprezzati dai cultori del thrash classico. Pollice verso invece per “Into The Arms Of Righteous Anger” e “Absence Of Light”, dove la band si cimenta in mid tempo purtroppo privi del giusto groove che finiscono dunque per annoiare già dopo pochi ascolti. Sul piano delle performance singole, oltre alla convincente prova della nuova sezione ritmica, da sottolineare l’ottimo guitar work di Rob Cavestany sia sui riff che sui soli e il cantato rabbioso di un Mark Osegueda in forma smagliante. Disco dunque con qualche calo di tono ma mediamente buono e adatto soprattutto per coloro che apprezzano i Death Angel da “Act III” in poi.