8.5
- Band: DEATH SS
- Durata: 01:08:51
- Disponibile dal: //1989
- Etichetta:
- Lucifer Rising
- Distributore: Self
Dalla cover estremamente provocatoria si comprende che Sylvester & C. non hanno alcuna intenzione di ammorbidire i toni sia nelle lyrics sia nella musica. Inoltre, ci troviamo di fronte a un nuovo cambio di line up: ovvero Kevin Reynolds che sostituisce Christian Wise nelle vestigia della Morte e Marc Habey che rimpiazza la Mummia Erik Landley. La nuova formazione si dimostra decisamente affiatata dando vita ad un lavoro estremamente affascinante e unico nel suo genere. Infatti, dai solchi delle otto tracce emergono in modo lampante una quantità impressionante di feeling e orrore come nell’opener “Kings Of Evil”, che fonde elengantemente arpeggi acustici a riff di chitarra elettrici per poi esplodere nella rabbiosa interpretazione vocale di Steve, fino arrivare all’anthemico ed azzeccato refrain. Molto bella anche la morbosa “Buried Alive” dotata di un guitar riffing aggressivo e la veloce “Devil’s Rage”, nella quale la band abbraccia sonorità squisitamente classic metal che verranno fuori prepotentemente nel successivo “Heavy Demons”. C’è spazio anche per la horror ballad “In The Darkness”, track in cui i Death SS dimostrano di sapersela cavare egregiamente anche negli arrangiamenti più pacati e melodici. Vengono poi ottimamente rilette in chiave moderna le storiche “Horrible Eyes”, “Cursed Mama”, e la lugubre “Welcome To My Hell” (presente anche nell’ottimo “In The Darkness” di Paul Chain datato 1986), un autentico tormento elettro acustico sorretto dal discreto drumming di Boris Hunter e decantato dalla mefistofelica voce di Sylvester (che nel corso del tempo ha indubbiamente migliorato la sua tecnica vocale). In chiusura troviamo la lunga, folle e perversa “Black Mass”: morbosa celebrazione satanica trasposta in musica, corredata dall’allucinante testo che fa letteralmente gelare il sangue. Consigliamo vivamente la versione remaster, nella quale sono presenti, come bonus track, l’extended remix di “Kings Of Evil”, le sempiterne “Murder Angels” e “Vempire” in versione live, la notevole “The Mandrake Root”, dotata di un dinamico guitar riffing che lambisce territori thrashy, rafforzato dalle acide vocals di Steve, e la malinconica “Gerhsemane”, interpretata egregiamente dal singer. Fondamentale.