8.0
- Band: DEATH SS
- Durata: 01:14:17
- Disponibile dal: //1988
- Etichetta:
- Lucifer Rising
- Distributore: Self
Sembra terminata l’avventura dei Death SS dopo l’abbandono di Steve Sylvester e di Paul Chain (che poco dopo l’abbandono forma prima il progetto Violet Theatre e poi prosegue come solista, collaborando con ospiti illustri come Lee Dorrian e Wino Weinrich), ma sorprendentemente il singer riunisce attorno a sé alcuni validi musicisti (Christian Wise e Kurt Templar alle chitarre che impersonificano la Morte e lo Zombie, Erik Landley al basso incarna la Mummia, mentre alla batteria Boris Hunter assume le vestigia dell’Uomo Lupo ) per riformare la storica band, partorendo “In Death Of Steve Sylvester” nel 1988, che riporta sotto i riflettori la mitica cult band. I primi cinque pezzi sono dedicati ai personaggi interpretati dal gruppo: ovvero la violenta “Vempire”, puro heavy metal esaltato dalla voce incazzata di Steve, la terrificante (in senso buono!) “Death”, valorizzata dall’alternanza di passaggi elettro – acustici e dal testo altamente suggestivo, la catacombale “Black Mummy”, song dotata di un riffing a dir poco incisivo, l’oscura “Zombie” già presente nella raccolta “The Story Of 1977/84” ovviamente valorizzata da una produzione all’altezza, e la speed song “Werewolf” interpretata come al solito in modo impeccabile da Steve. Inoltre, vengono ripescate “Terror” e “Murder Angels” per la gioia dei fan della prima ora, anche se personalmente continuiamo a preferire le raw version contenute nella raccolta, grazie all’indubbio fascino che continuano ad emanare a distanza di venticinque anni. La cover di cooperiana memoria “I Love The Dead” incarna alla perfezione lo spirito del gruppo facendo il paio con “The Hanged Ballad”, nenia funebre di oltre otto minuti da ascoltare assolutamente al buio. Nella versione remaster sono presenti delle chicche notevoli come le due cover dei mitici Black Widow: ossia la cavalcata lunga e immortale “In Ancient Days” e la mefistofelica “Come To The Sabbath”. Da non trascurare la demo version di “Zombie” datata 1980 e la live version di “Black Mummy”. La leggenda continua…