7.5
- Band: DEATH SS
- Durata: 00:59:06
- Disponibile dal: 06/06/2013
- Etichetta:
- Lucifer Rising
- Distributore: Self
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Dopo la “moda” degli addii definitivi seguiti da reunion lampo (vero cari Ministry?), non ci ha per nulla sorpreso ritrovarci per le mani un nuovo album dei Death SS. Le iniziali perplessità dovute a quanto sopra sono però state spazzate immediatamente via all’ascolto di “Resurrection”, lavoro perfettamente riuscito che ci riconsegna una band alla quale forse serviva solamente staccare la spina qualche anno per ripresentarsi più in forma che mai. Steve Sylvester in questa avventura è stato affiancato da validissimi musicisti quali Al De Noble (Aldo Lonobile dei Secret Sphere) alla chitarra, Glenn Strange al basso, Bozo Wolff (pure lui nei Secret Sphere) alla batteria e Freddy Delirio alle tastiere, quest’ultimo visto in tempi recenti proprio insieme a Sylvester nei W.O.G.U.E.. L’impasto sonoro nel quale pescano i Death SS fa pienamente parte del loro DNA; d’altra parte la band è sempre riuscita a non snaturarsi mai, sia quando vi fu il passaggio dal doom al classic metal, sia quando vennero inserite sonorità più moderne e – successivamente – electro-dark. Stavolta pare che Steve abbia voluto regalarci una sorta di pot pourri della carriera della storica band, andando a ripescare suggestioni doomy dal passato remoto e miscelandole con una componente groovy e moderna senza rinunciare a suggestioni darkeggianti. La particolarità dei brani di “Resurrection” è che la loro stesura non è avvenuta in modo uniforme, ma anzi si è svolta in modo piuttosto slegato, dato che la maggioranza delle tracce appare o sarebbe dovuta apparire in progetti cinematografici e televisivi che vanno da “L’ispettore Coliandro” a “Squadra investigativa Speciale”, passando per altri progetti dei Manetti Bros. ed arrivando a colonne sonore per film horror, alcuni dei quali mai usciti. L’impasto sonoro è quindi molto ricco ed il risultato finale ampiamente soddisfacente. Introdotto da un artwork curato dal mitico Emanuele Taglietti che è un colpo al cuore per tutti gli amanti dei fumetti italiani dei seventies, “Resurrection” parte in maniera ruffiana ma efficacissima con “Revived”, dove si incontrano “Panic” e “Humanomalies” e dove Delirio prende subito il controllo della situazione con la creazione di loop eccellenti. Si mette subito in mostra anche Al De Noble, autore di un solo al fulmicotone posto in chiusura. L’album prosegue tra episodi più marcatamente heavy quali “The Darkest Night”, “Eaters”, “Santa Muerte” e “Precognition” ed altri più ragionati e di matrice esoterica, come ad esempio la gothicheggiante “Dionysus” o “Stars In Sight”, con il proprio chorus spettacolare. A nostro parere però gli episodi più riusciti sono “The Crimson Shrine”, “Ogre’s Lullaby” e “The Song Of Adoration”. Si tratta di brani piuttosto differenti tra loro: la prima è una traccia che parrebbe uscita da “Do What Thou Wilt” che si segnala per le atmosfere vellutate e per delle tastiere che giocano con giri semplici ma molto azzeccati; “Ogre’s Lullaby” recupera le istanze doom del primo periodo della band e le rivisita contaminandole con le suggestioni darkeggianti ed elettroniche degli anni 2000; “The Song Of Adoration” è una lunga suite progressiva, elegantissima e dall’incedere piuttosto lento e compassato. In conclusione trova spazio anche l’hard rock di “Bad Luck”, dedicata a Steve a tutti coloro che pensano che i Death SS abbiano fama di essere menagrami. Le performance individuali – come già detto – vedono Delirio e Lonobile sugli scudi: due musicisti incredibili che si mettono in gioco e contribuiscono in maniera determinante alla buona riuscita di “Resurrection”. E forse è proprio questa la vera forza dei Death SS: il leader assoluto e riconosciuto è Sylvester, che però si è saputo circondare di volta in volta di musicisti eccellenti che hanno fortemente caratterizzato gli album sui quali suonano (citiamo Oleg Smirnoff e Jason Minelli su tutti). Auguriamo quindi alla band di poter continuare una carriera storica aggiungendo sempre tasselli nuovi ed entusiasmanti come in questo caso. Bentornati.