DEATH SS – The Entity

Pubblicato il 01/05/2025 da
voto
7.5
  • Band: DEATH SS
  • Durata: 00:46:26
  • Disponibile dal: 09/05/2025
  • Etichetta:
  • Lucifer Rising

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Bene e male: due entità da sempre presenti nell’animo umano. La prima, limpida e visibile agli occhi altrui, la seconda, più profonda e recondita, vogliosa di emergere, ma messa prudentemente a tacere dall’ego, giudice sovrano delle nostre scelte. Un tema, quello della doppia personalità, più volte oggetto di discussione anche in campo artistico: scrittori, musicisti e registi si sono arrovellati sulla questione, rappresentando, ognuno a modo suo, le particolarità di questo affascinante dualismo.
Al dibattito hanno voluto partecipare anche i Death SS, rilasciando un concept album dal titolo “The Entity”, nel quale Steve Sylvester e compagni hanno evidenziato gli aspetti più intimi, esteriori ed irrazionali di questa eterna sfida.
Una storia in cui la letteratura, il cinema ed il fumetto hanno ricoperto ancora una volta un ruolo principale nell’esplorazione artistica portata a termine dalla band toscana, abile, come sempre, a mescolare musica, intrattenimento, occulto e teatralità, bollando con il timbro Death SS tutti e dodici i brani del disco, già distribuiti nei mesi scorsi in un formato speciale di quattro EP.
Giunti alla prima release in studio con l’attuale formazione, ormai stabile da tre anni (Giulio alla chitarra, Dimitri al basso e Unam Talbot alla batteria), i Death SS ci consegnano un album molto eterogeneo, testimoniando ancora una volta la capacità di inserire variazioni stilistiche tra un pezzo e l’altro, da sempre marchio di fabbrica del gruppo.
Prodotto a quattro mani, con lo stesso Steve Sylvester in postazione di comando e supportato dall’autorevole lavoro di Tom Dalgety (già all’opera con i Ghost e Rammstein), “The Entity” mette sul tavolo l’esperienza pluridecennale della band la quale, per accompagnare al meglio i vari stati emotivi del concept, ha deciso di sposare sonorità metal più classiche rispetto agli ultimi lavori, garantendo comunque un sound corposo, potente e allo stesso tempo pulito.
L’album prende avvio con l’esaltazione dell’entità latente e della sua forza propulsiva. E’ “Ave Adonai”, ricalcando il poema di Aleister Crowley, ad aprire i battenti: un pezzo acido e perverso, dal timbro old-school, introdotto dalle sinistre note di Freddy Delirio, sviluppandosi poi come una litania evocativa, condita da una serie di voci medianiche a definire la natura spiritica del brano.
L’altra faccia dell’Io si manifesta quindi nei diversi eletti designati: in primis Robert Wringhim, il “Justified Sinner”, raccontato nell’omonimo romanzo di James Hogg, qui al centro di un brano catchy, dal ritornello orecchiabilissimo, che ci spedisce direttamente nella matrice hard rock degli anni ’80.
A seguire, dopo un’indiavolata “Possession”, le cui ritmiche, seppur meno irruente, ci rimandano alla mitica “Cursed Mama”, troviamo il famoso Dr. Henry Jekyll, alle prese con il suo doppio-femminile: quella “Sister Hyde” messa in scena nell’omonima pellicola cinematografica del 1971 (in Italia presentata come “Barbara, il mostro di Londra”), viene ripresa oggi dai Death SS con un midtempo dalle tinte ‘cooperiane’, dai riff graffianti, mostrando ancora una volta l’inclinazione orrorifica, tipica della band tricolore, qui palesata dal lavoro alle tastiere dello stesso Delirio e supportata dai cori femminili, a sottolineare la seconda natura del dottore inglese.
Una prima parte di concept sicuramente di spessore e coinvolgente che si chiude con due episodi diversissimi tra loro: mentre “Two Souls” ci presenta il lato psycho-rock della creatura di Sylvester (l’avremmo vista bene in “Panic”), impreziosita da uno stacco strumentale dove gli arzigogoli di Delirio fanno il pari con l’assolo del chitarrista Ghiulz, è la sinuosa ballad “Out To Get Me” a puntare l’attenzione sulle paure e sui rimorsi dello stesso Jekyll, ormai consapevole della sua terribile doppia natura.
“The Entity” prosegue quindi la sua analisi dell’intimo umano con il crollo psicologico e fisico del dottore londinese; e lo fa con un brano (“Hell Is Revealed”) francamente meno efficace rispetto ai precedenti, per via di un arrangiamento poco incisivo, in aggiunta ad una prova non così d’impatto da parte del frontman pesarese. Debolezze che vengono risanate dalla successiva e struggente “Love Until Death”, seconda ballad dell’album che anticipa l’entrata in scena di un nuovo individuo posseduto dalla malvagia entità.
“The Whitechapel Wolf” ispirato al personaggio di Jack The Ripper, giunge oscura alle nostre orecchie, facendoci entrare tra le vie di Londra con sferzate chitarristiche alla Randy Rhoads, mentre il canto di Steve si alterna maligno alla parte narrante della storia.
Si parlava della proverbiale metamorfosi dei Death SS, che ha sicuramente avuto i suoi punti più alti nel passato ma che anche oggi trova elementi di sicuro interesse; troviamo l’ennesima testimonianza di ciò nella parte conclusiva del full-length. Prendete ad esempio “The Evil Painter”: un brano al di fuori del tempo ordinario, dall’afflato intimista e delicato, che fa emergere il lato non strettamente metal è più seventies della formazione musicale di Steve, chiamando in causa sonorità alla Blue Öyster Cult.
Un tassello leggero, a tratti spensierato, sotterrato dalla successiva “Cimeteria”, qui presentata da un pezzo perentorio ed ipnotico, a suggellare l’energia fulminante per la quale la stessa sexy zombie era divenuta famosa sul finire degli anni ’70 grazie allo scrittore Renzo Barbieri. La furente e continua evoluzione dell’entità, dopo aver posseduto i corpi di uomini e donne, trova infine il suo status artistico, riuscendo a trasmettere la propria energia ad ‘eletti’ davvero particolari, chiamati a creare forza magica e catartica sottoforma di musica.
L’opera definitiva è “Evil Never Dies”, che permette all’entità di parlare in prima persona attraverso i Nostri, avendo ormai preso pieno controllo della creatura Death SS. Poderosa, dal sound roccioso, la traccia finale del disco strizza l’orecchio ai classici di “Heavy Demons”, chiudendo così un concept album avvincente che testimonia l’ormai storica capacità evolutiva della band italiana.

TRACKLIST

  1. Ave Donai
  2. Justified Sinner
  3. Possession
  4. Dr.Jekill & Sister Hyde
  5. Two Souls
  6. Out To Get Me
  7. Hell Is Revealed
  8. Love Until Death
  9. The Whitechapel Wolf
  10. The Evil Painter
  11. Cimiteria
  12. Evil Never Dies
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