7.0
- Band: DEATH TOLL 80K
- Durata: 00:15:52
- Disponibile dal: 17/11/2017
- Etichetta:
- Svart Records
- Distributore: Audioglobe
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Si erano pressochè perse le tracce dei Death Toll 80K dopo il grande esordio di “Harsh Realities”, disco che nel 2011 li aveva presentati come una ottima alternativa ad istituzioni della moderna scena grind come Insect Warfare e Wormrot. Da allora però i finlandesi avevano praticamente giocato a nascondino, suonando live ma rilasciando soltanto un paio di split nei sei anni che separano la pubblicazione del debut da quella di questo nuovo “Step Down”. Non a caso, la Svart Records arriva a presentare l’opera come il “Chinese Democracy” dell’underground grindcore, sottolineando come la sua gestazione sia stata insolitamente lunga e travagliata. Diciamolo subito: i Death Toll 80K probabilmente non guadagneranno molti nuovi fan con questo disco, però lasceranno quasi sicuramente soddisfatti i loro fedelissimi. Dopo tutto, chi ha amato il debut forse si immaginerà che il periodo d’oro per quanto riguarda l’ispirazione sia ormai alle spalle per questa band: un album così colmo di dinamismo e gusto non poteva che essere frutto di un improvviso exploit di genio per non essere seguito di lì a breve da altri lavori più o meno dello stesso calibro. “Step Down” si presenta gradevole e dimostra nella sua breve durata che la verve dei Death Toll 80K non si è ancora del tutto inaridita; tuttavia, se “Harsh Realities” godeva di un tiro pazzesco e di strutture che sprizzavano vitalità da ogni poro – ogni breakdown era un vero e proprio evento e ogni ripartenza un’iniezione di adrenalina – il nuovo album, al di là di una necessaria coerenza stilistica, sembra muoversi su un canovaccio più ordinario che tutto sommato lo fa apparire come un’opera un po’ meno espressiva e riconoscibile. Questa volta il gruppo congela le idee dentro esecuzioni molto più tese, perdendo un po’ di rotondità nei riff e di “orecchiabilità”. Il risultato è un disco grind di buon livello, sempre vicino agli stilemi dei gruppi citati in apertura, ma non un prodotto speciale come era stato “Harsh Realities”. In ogni caso, come accennato, la formazione finnica è ancora in grado di tirar fuori degli episodi più che discreti e con il piglio giusto. Semplicemente, scontrarsi con un debut album fenomenale dopo anni di affanni deve avere messo un po’ di pressione addosso ai Death Toll 80K e questo “disagio” emerge in qualche traccia-riempitivo qua e là e in un impatto non consistente quanto quello dell’esordio.