6.5
- Band: DEATH WOLF
- Durata: 00:47:53
- Disponibile dal: 18/02/2013
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Sono già due anni che i Death Wolf hanno cambiato nome. Fino ad allora erano noti come Devils Whorehouse, gruppo nato in Svezia negli primi anni di questo terzo secolo per volere di Morgan Håkansson, leader dei Marduk. Questi voleva un complesso dove divertirsi jammando à la Misfits, presumiamo evadendo dalla routine del black metal ferale dei Marduk. E quindi il buon Morgan, che qui suona il basso, ha costruito l’immaginario dei Devils Whorehouse attorno al mondo horror, trattando temi diabolici ma più alla leggera rispetto a quanto fa con la sua band principale. Con già una pubblicazione omonima alle spalle, i quattro svedesi tornano sulla scena con un album che non cambia di una virgola quanto proposto in precedenza sotto entrambi i moniker. Con l’atteggiamento dei rocker contaminati da sonorità ben più forti, i Death Wolf propongono lungo l’articolata scaletta canzoni ora lente e ragionate ad altre più rapide e d’impatto, ma sempre con schemi semplici e di facile assimilazione. Scelgono “Noche de Brujas”, una canzone molto doomish come ritmiche, assimilabile ad un lungo lamento, per aprire il disco mentre ci si comincia a scaldare con la seguente “World Serpent”, composizione basata su un up-tempo molto spinto, monocorde in quanto a ritmo. Il bravo cantante cerca sempre in tutte le tonalità usate, da quelle più pulite a quelle più rocciose, di farsi capire e di non esagerare con i grugniti. Sopra la media anche la melodica “Lords of Putrefaction”, altro brano lento, molto vario e melodico dove non sembrano quasi loro tanto seriosa è l’atmosfera creata. E ancora fra le migliori scegliamo il groove di “Night Stalker” e la caciara di “Sudden Bloodletter”, brano adrenalinico dai riff contagiosi, uno dei migliori e sicuramente il più duro dell’intero lavoro. E insomma, analizzare brano per brano si tradurrebbe in esercizio inutile: avete capito benissimo a cosa siamo di fronte. I Death Wolf confezionano un altro lavoro sui loro standard, senza infamia e senza lode. “II : Black Armoured Death” è un buon album, girerà un mesetto nel vostro lettore ma poi col tempo sarà divorato dall’oblio. Intanto però ascoltiamolo!