7.5
- Band: DEATHCRUSH
- Durata: 00:40:47
- Disponibile dal: 11/02/2013
- Etichetta:
- Casket Music
- Distributore: Audioglobe
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“Deathcrush” è sicuramente un nome impegnativo, che rimanda agli esordi del black metal norvegese ed al famigerato “inner circle”, ma la proposta musicale di questa band è piuttosto lontana da quella dei “vecchi” Mayhem. Fa piacere, comunque, ascoltare un disco italiano con un piglio più che convincente ed un sound internazionale, in grado di ricordare band come Bloodbath o Hate Eternal, ma con una propria personalità ben definita. Questo “Collective Brain Infektion”, inizia a picchiare duro sin dall’opener “Asphyxiated By Disgust” con un blackened-death d’impatto, capace, oltre che di violenza e velocità, anche di creare atmosfere cupe e soffocanti; si prosegue nell’ascolto e la band non devia dalla sua proposta, regalandoci una serie di pezzi ispirati e ben confezionati, a dimostrare che i Deathcrush si trovano perfettamente a loro agio in un death metal dai marcati toni brutal. Le melodie non sono mai scontate, gli assoli sempre inseriti a sostegno del pezzo ed i continui break e cambi fanno capire che i Nostri conoscono anche le “malizie” del genere; con “Venomous Priest Of Deception” (una delle tracce meglio riuscite dell’intero lavoro), la band mescola sapientemente un iniziale mid-tempo con un riffing più tirato, alternando l’ottimo growl con delle parti in scream, a sottolineare una decisa influenza black metal. Nel complesso tutto il songwriting dei Deathcrush riesce a richiamare e citare i più classici dettami death e brutal, sapendo inserire tecnicismi che non risultano mai ampollosi o fini a loro stessi, ma sono sempre ben contestualizzati e funzionali allo stile che la band ricerca. Proseguendo nell’ascolto, troviamo un’altra perla in “Necrogod Devastation”, brano che, sia per la perizia che per il tipo di melodia, richiama addirittura i primi Nile, pur mantenendo una personalità propria, tramite marcati rimandi thrash. Un’espressione di pura brutalità, che si chiude con la violenta track strumentale “Regression To Decay”. Nel complesso un ottimo lavoro, certamente limitato ai fan del genere, visto il piglio estremo dell’intero disco, ma perfettamente in grado di porsi ad alti livelli; considerando, poi, che ci troviamo davanti all’esordio su full length della band, allora possiamo dire che i Deathcrush hanno un enorme potenziale e palesano una notevole caratura.