7.5
- Band: DEATHLESS LEGACY
- Durata: 00:51:27
- Disponibile dal: 09/12/2022
- Etichetta:
- Scarlet Records
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I Deathless Legacy avevano esordito nel 2013 ma avevano cominciato a pubblicare con una certa regolarità tra il 2016 e il 2018, praticamente facendo uscire un album all’anno: proprio con l’ultimo “Rituals Of Black Magic”, la nostra impressione era stata che, così facendo, tuttavia, cominciasse a calare un po’ anche l’ispirazione e le loro produzioni rischiassero di risultare più scontate e prevedibili. Sono passati nel frattempo quattro anni: la band non è stata certo con le mani in mano, pubblicando l’interessante progetto “Saturnalia” nel 2020 (una sorta di mediometraggio con la colonna sonora) e qualche singolo sparso (tra cui uno con Steve Sylvester), ma solamente adesso arriva il nuovo full-length, intitolato “Mater Larvarum”. Un intervallo di tempo che, a nostro avviso, ha veramente giovato ai Deathless Legacy, perchè sono tornati con un disco davvero bello, ben concepito e capace di risultare accattivante sin dai primissimi ascolti. Alessio Lucatti, in particolare, ha saputo mettere in piedi delle trame musicali affascinanti ed avvolgenti, con un concept scritto dal batterista Andrea Falaschi, ottimamente interpretato da Steva, che ritroviamo in forma smagliante, con una voce più bella e particolare che mai, con quel suo timbro leggermente ‘graffiato’, a volte suadente ed intrigante, altre volte più oscura e misteriosa.
L’avvio della tracklist è davvero notevole, con tracce come “Ora Pro Nobis”, maestosa e solenne ma al tempo stesso melodica, “Nightfall”, costruita attorno ad un giro di organo ma con passaggi di piano dal sapore jazz e la malinconica “Hollow”. A partire da “Fade Into The Dark” sembrano prendere più il sopravvento atmosfere dark/horror che hanno sempre contraddistinto lo stile della band, e così il gruppo toscano dà il meglio di sé con altri brani quali ad esempio “Absolution”, “Moonless Night”, “Queen Of The Infernal Pantheon” e la title-track. In generale, la nostra sensazione è che tendenzialmente sia un lavoro più diretto e melodico rispetto alle loro precedenti produzioni, senza rinunciare però ad arrangiamenti curati e talvolta anche molto ricercati.
I Deathless Legacy hanno in effetti ormai alle loro spalle una certa esperienza, oltre ad uno stile peculiare e ben consolidato, al quale hanno saputo dare una perfetta sintesi in questo disco davvero ispirato nella composizione e nella forma (peraltro con il lavoro di mixaggio e mastering curati da Simone Mularoni, ormai assoluta garanzia di qualità), che probabilmente rappresenta in questo momento l’apice della loro maturità artistica ed espressiva.