6.0
- Band: DEBAUCHERY
- Durata: 00:46:03
- Disponibile dal: 02/08/2013
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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I tedeschi Debauchery sono la seconda scelta dei fan quando vogliono ascoltare dell’hard rock cantato con voce gutturale misto a reminiscenze death metal, giusto dietro i Six Feet Under. Eccoli quindi in piena estate pubblicare il loro ottavo album, intitolato, con il solito, immane sforzo di immaginazione, “Kings Of Carnage”. Dopo un minuto dall’ascolto di “Demonslayer” il quadro della recensione è già bello che disegnato, non essendo praticamente cambiato niente da uno degli album – scegliete a caso – pubblicati negli ultimi anni. La canzone è una delle più dure ma contiene anche una sfaccettatura melodica (fin troppo, diremmo) che caratterizza il brano assieme a degli arpeggi acustici che ci fanno subito storcere la bocca. I suoni del disco sono pomposi e non eccessivamente cristallini, quasi a rimarcare i riff rudi del gruppo, specialmente quando questi sono rallentati e molto rock, come nel caso di “Let There Be Blood”, il cui titolo dovrebbe dirvi qualcosa (se così non fosse, forse avete sbagliato sito web). Fra tripudi di doppia cassa, riff stoppati a sottolineare la voce gutturale di Thomas – mastermind del gruppo – i Debauchery incitano agli accoltellamenti (“Killerbeast”), alle stragi (“Kings Of Carnage”, estremamente melodica) e a chissà quale vittoria (“Victory Awaits”), utilizzando schemi classici e banali, di facile memorizzazione. In vena di sperimentazione, quest’anno, i teutonici azzardano delle linee vocali di stampo melodico su “Man In Blood”, a fare da contraltare ai classici grugniti. Si arriva alla fine di questo disco provando nessuna nuova emozione rispetto a ogni altra pubblicazione avente la stessa firma. Questo nuovo lavoro, infatti, altro non è che la copiosa giornata dell’operaio adattata al paradigma musicale: i Debauchery timbrano il cartellino e la paga è sempre la stessa: la sufficienza.