7.0
- Band: DECAPITATED
- Durata: 00:39:43
- Disponibile dal: 26/09/2014
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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A tre anni dall’uscita di “Carnival Is Forever”, un album che giunse dopo uno stop forzato, causato da eventi di forza maggiore (lo ricordiamo, semmai ce ne fosse bisogno) quali la morte dell’indimenticato batterista Vitek per un incidente stradale che provocò anche gravi ferite all’allora vocalist della band, Covan, e che costrinsero appunto il chitarrista superstite Vogg (fratello di Vitek) a raccogliere i cocci di una band devastata da questa atroce disgrazia e ricominciare tutto da capo. Il comeback discografico del 2011 fu una sorpresa in positivo per molti in quanto ci riconsegnò sulle scene una band assolutamente in forma, pronta a sconquassare le masse con il loro terremotante death metal. Eccoci dunque arrivati ai giorni nostri alle prese con questo “Blood Mantra”, un album che vede prima di tutto l’inserimento di alcuni nuovi membri come il talentuoso batterista Michal Lysejko, ed in secondo luogo il ritorno dei Nostri agli Hertz studio di Varsavia: gli stessi dove era stato registrato “Organic Hallucinosis”, un disco che ormai va verso il suo primo decennio di vita mantenendo perfettamente inalterata la sua potenza ed acquisendo anzi un’aura sempre più mitica. Questo ritorno alle “origini” da un lato ci ha esaltato, soprattutto nelle aspettative, ma dall’altro ci ha lasciato un po’ perplessi. In primo luogo questo ci pare il primo vero album in cui i Nostri (o forse faremmo meglio a dire soltanto Vogg, in quanto egli è l’unico indiscusso mastermind della band) giocano più sul sicuro, senza andare ad aggiungere sostanzialmente nulla rispetto alle tante cose buone già fatte in passato. In seconda battuta diremo che il master risulta essere la classica produzione che ormai caratterizza la stragrande maggioranza delle uscite del roster Nuclear Blast: suoni puliti, perfetti, nitidi, super pompati e (lasciatecelo dire) anche un po’ tutti uguali, mentre tutti quanti sappiamo che il suono di “Organic Hallucinosis” poteva vantare un’aura misteriosamente marcescente che donava al platter un indiscutibile fascino maligno oltre che più personale. Detto questo non è nostra intenzione sminuire l’operato di Vogg e soci poiché “Blood Mantra” è un disco solido e – ovviamente – ben suonato, i brani che lo compongono sono tutti compatti e ben congegnati. Abbiamo qualche episodio più esaltante come la stessa title-track con il suo incedere trascinante e ricco di groove, oppure lo sparatissimo singolo “Blasphemous Psalm To The Dummy God Creation”. Abbiamo momenti in cui parrebbero emergere i ricordi di vari tour intrapresi in compagnia dei Meshuggah come la sincopata “Nest” o la sperimentale ed ipnotica “Blindness”. E poi il resto scorre senza particolari intoppi ma senza nemmeno regalarci pezzi da scorticarci la pelle per l’entusiasmo. Per concludere e cercare di sintetizzare, diremo che “Blood Mantra” è un album che certamente non scontenterà l’ormai solido fan-base della band, la quale però stavolta si assesta su livelli qualitativi più normali anziché eccellenti come al solito. Detto questo, è assolutamente vietato lamentarsi perché, se la qualità media delle uscite discografiche delle band con una carriera vicina al ventennio di attività fosse questa, ci si metterebbe la firma immediatamente.