6.0
- Band: DECAYING
- Durata: 1:07:44
- Disponibile dal: 02/01/2012
- Etichetta:
- Hellthrasher Prod.
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Dieci tracce di death metal guerresco: è questo il biglietto da visita col quale i finlandesi Decaying, attivi soltanto dal 2010, si presentano al ‘grande pubblico’, incoraggiati dal discreto successo ottenuto tra le ‘mura amiche’ con un paio di demo e un primo full-length rilasciati in rapidissima successione. Il materiale che compone “Encirclement” ci porta su campi di battaglia assolutamente conosciuti: ascoltando l’opera sembra infatti di trovarsi di fronte a un nuovo album degli Hail Of Bullets o a qualcosa dei recenti Asphyx, magari contaminati da una punta di Bolt Thrower. Un ennesimo disco-revival anni ’90, dunque, con qualche accento classic metal, ma, soprattutto, con un amore per tutto ciò che Sua Maestà Martin Van Drunen ha toccato negli ultimi tempi ostentato in ogni dove. L’atmosfera del platter è difatti assai affine a quella di un “…Of Frost And War” e di un “On Divine Wings”, per non parlare della voce del leader Matias Nastolin, a tratti letteralmente identica a quella del leggendario cantante olandese. Data la formula già ampiamente sperimentata e queste inquietanti somiglianze, a sorreggere le sorti del disco restano impatto e feeling… e sotto questo aspetto il bersaglio non è lontano dall’essere centrato. I suoni pieni, dominati da chitarre spesse e solide, riescono a imporsi all’ascolto regalando momenti di coinvolgimento e, tutto sommato, anche un paio di episodi pienamente brillanti. Nel complesso, l’operato dei Decaying quindi non dispiace. Si fanno però largo grossi dubbi quando si analizza “Encirclement” nella sua interezza: oltre a essere in certi passaggi derivativo al limite del grottesco, l’album è veramente lunghissimo; ben più di un’ora di death metal cadenzato, con pezzi che arrivano anche a toccare i dieci minuti di durata, sarebbero in grado di sfiancare anche coloro che hanno tatuato l’artwork di “War Master” sulla schiena. Comprendiamo il fatto che il terzetto necessiti di un minutaggio corposo per allestire e sviluppare le proprie atmosfere battagliere, ma sessantasette minuti sono comunque un’esagerazione, se non altro perchè alcuni di questi brani non si dimostrano particolarmente vitali per la riuscita del disco. Certamente un peccato di inesperienza, ma ora più che mai l’augurio è quello che la band riesca a darsi il giusto tempo per maturare, visto che sinora ha sempre dato l’idea di voler andare di corsa…