7.0
- Band: DECAYING
- Durata: 00:41:14
- Disponibile dal: 04/11/2014
- Etichetta:
- Hellthrasher Prod.
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Produttività e qualità non sempre vanno d’accordo, ma i Decaying stanno diventando una delle eccezioni alla regola. Quattro album in quattro anni hanno fatto registrare un miglioramento tutto sommato costante nel songwriting dei finlandesi, che con “One To Conquer” toccano quello che è probabilmente l’apice della loro loro carriera. Certo, a volte non si può fare a meno di pensare che se i Nostri avessero pazientato un po’ e concentrato meglio le idee, oggi magari avremmo fra le mani due dischi davvero buoni anzichè quattro discreti, ma evidentemente il quartetto – composto da ragazzi tutt’ora giovanissimi – non ama fare troppi calcoli e preferisce puntare sulla spontaneità. In ogni caso, l’esperienza sin qui accumulata inizia a farsi sentire: quello in oggetto è uno di quegli album che i fan di Bolt Thrower e Hail of Bullets inseriranno nel lettore quando avranno letteralmente la nausea di riascoltare per la millesima volta un “The IVth Crusade” o un “On Divine Winds”. Di nuovo, il gruppo di Helsinki ci propone quindi un death metal dai toni marziali, modellato fedelmente sui dettami dei maestri britannici e olandesi, contaminato soltanto saltuariamente da qualche influsso thrash nei momenti più vivaci. In sostanza, siamo al cospetto del più logico successore di “The Last Days of War”, con una produzione e, appunto, un songwriting meglio calibrati. È ormai chiaro che da una band come i Decaying non è il caso di aspettarsi colpi di genio o particolari finezze, ma il materiale da qualche tempo ha iniziato a funzionare, grazie in primis ad una buona vena chitarristica – sia in fase di riffing che in quella solista – a ritmiche non troppo ripetitive e, in generale, ad un suono che sembra sempre più genuino. La durata contenuta dell’opera aiuta inoltre a digerire pure quei passaggi in cui il sentore di déjà vu è più forte: con l’eccezione della lunghissima “Ho Chi Minh Trail” (il disco è un concept sulla Guerra Fredda e sui conflitti in Corea e Vietnam), la tracklist si snoda su pezzi compatti e scorrevoli, dove il compito di condurre i giochi spetta all’anima death metal e alle scorie thrash, a discapito della comunque immancabile componente battagliera. In definitiva, “One To Conquer” è perciò il classico disco che non inventa nulla ma che si lascia ascoltare. Qui personalità e genio non sono di casa, ma i death metaller più guerrafondai probabilmente troveranno nei Decaying una realtà affidabile.