7.0
- Band: DECEMBRE NOIR
- Durata: 01:09:37
- Disponibile dal: 09/11/2018
- Etichetta:
- Lifeforce Records
- Distributore: Audioglobe
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Arrivati al terzo album, i Décembre Noir continuano a percorrere la loro strada sui sentieri del melodic death-doom intriso di umori nordici, con un growling severo a disegnare con i continui intrecci di chitarra paesaggi desolati e cieli cinerei. Otto i brani che compongono il disco, e già il titolo ci indirizza verso le atmosfere che vi troveremo tratteggiate: l’autunno come decadimento della vita prima del buio dell’inverno; una mutazione lenta e faticosa che porta ad un letargo che forse è uno stadio particolarmente congeniale all’animo di questi artisti. Come da prassi per i tedeschi, “Autumn Kings” è opera estremamente intima e personale: una tracklist densissima che disegna nell’etere un clima perennemente afflitto. Un viaggio notturno, dentro i sentimenti più intimi e riservati. Gli Swallow The Sun sono il dichiarato nome tutelare, perfetto incontro tra l’attacco death metal robusto e trascinante e la vena crepuscolare, ma ascoltando i brani ci si imbatte ovviamente anche in altre influenze, come gli October Tide, che a volte infondono alle tracce un’anima più diretta e scattante. Rispetto al precedente “Forsaken Earth”, piccola sorpresa del 2016, non si nota chissà quale mutamento stilistico: il tema autunnale ritorna in molti passaggi delle canzoni e in titoli come “In the Pouring Rain” o “A Weeping Sunrise”; più che altro, si nota come la band abbia davvero dato tutto per dare al disco un taglio denso e monolitico. Con quasi settanta minuti di durata, “Autumn Kings” corrisponde ad un ascolto decisamente impegnativo, persino estenuante a tratti. L’album non è insomma esente dal rischio della ripetizione e della monotonia: c’è tanta carne al fuoco, l’opera è più lunga che mai e presto i vari episodi finiscono per fondersi gli uni negli altri. Il minutaggio extra qui riscontrabile aggiunge dunque poco di nuovo o di eccitante, anche se nel complesso ci si trova ancora una volta alle prese con un lavoro sincero, con alcune canzoni ben sviluppate ed emotivamente toccanti. Se “Forsaken Earth” era un disco di riuscite e piacevoli composizioni che potevano funzionare tanto singolarmente quanto in gruppo, questo lotto a nome “Autumn Kings” lascia qualche perplessità sulla sua efficacia complessiva. La buona capacità di scrittura, il senso della melodia e gli arrangiamenti tanto semplici quanto efficaci di marca Décembre Noir potevano forse essere messi al servizio di una tracklist un po’ più compatta e digeribile. Si rintraccia sempre una certa classe, ma qua e là si fa largo l’impressione di trovarsi davanti ad un classico passo più lungo della gamba.