DECREPISY – Deific Mourning

Pubblicato il 25/03/2025 da
voto
7.5
  • Band: DECREPISY
  • Durata: 00:45:00
  • Disponibile dal: 28/03/2025
  • Etichetta:
  • Carbonized Records

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Non è successo granché dopo il loro esordio del 2021 – anche perché, come chiunque altro, in quel periodo i musicisti della band hanno dovuto fare i conti con la pandemia – ma si può dire che i Decrepisy, in un modo o nell’altro, non se ne siano stati con le mani in mano. A quattro anni di distanza dalla loro prima pubblicazione, ecco infatti arrivare “Deific Mourning”, un’opera che va ad ampliare e approfondire il suono oscuro e viscerale già esplorato nel debutto “Emetic Communion”.
Il collettivo death metal di Portland, che oggi annovera tra le sue fila ex e attuali membri di Vastum, Acephalix, Thanamagus e Ascended Dead, affonda ulteriormente nella disperazione sonora, costruendo un album ancora più gravoso rispetto alla sua prima incarnazione.
Sin dalle prime note, “Deific Mourning” si presenta infatti come un disco più stratificato, in cui il death metal del gruppo rallenta e si dilata, arricchendosi, almeno a tratti, di lievi accenti gotico-industriali, per dare al tutto un senso di instabilità e inquietudine che lungo la tracklist finisce presto per emergere in maniera sottile ma significativa.
Pur mantenendo alla base il marchio di fabbrica fatto di midtempo grezzi e slabbrati, in certi casi persino memori dello spirito iper ignorante dei Coffins, le nuove composizioni si sviluppano su strutture più pensose, con un senso di oppressione crescente che permea ogni traccia. Non si tratta di una svolta stilistica netta, perché l’incedere debordante di certe ritmiche è appunto ancora ben visibile, ma, al tempo stesso, non si può ignorare il lavoro fatto sul comparto melodico e in sede di arrangiamento, con una serie di dettagli sonori che fanno ad enfatizzare più che mai il lato sinistro della musica.
Il background dietro la scrittura dell’album contribuisce a renderlo ancora più intenso: a quanto pare, il leader Kyle House, principale mente creativa della band (già in Acephalix e Negative Prayer), ha composto il disco in uno stato di sofferenza fisica e mentale, tra problemi di salute debilitanti e un’incertezza costante sul futuro. La sua incapacità di suonare per qualche tempo ha spinto la band a coinvolgere Daniel Butler (Vastum, Acephalix) per la stesura dei testi e l’esecuzione delle parti vocali. Questa condizione di fragilità e tormento traspare in molti episodi, con melodie che trasudano disperazione, più dei tetri interventi di spoken vocal e una struttura complessiva che sembrano rispecchiare un lento e inesorabile processo di decadimento. Le chitarre, più ossessive e riverberate rispetto al passato, aggiungono un tocco di solennità spettrale che si sposa con le occasionali incursioni di effetti e tastiere, creando un’aura quasi ritualistica (vedi la nenia architettata nella conclusiva “Afterhours”, cover dei The Sisters Of Mercy).
La copertina, opera dello stesso Kyle House, si dimostra quindi una perfetta trasposizione visiva della musica: un grigio scenario di dolore e lutto, un pianto soffocato in un mondo privo di colore. Partendo da questa base, non sorprende quindi che il secondo full-length del gruppo statunitense si riveli un ascolto che esige totale immersione.
Certo, qua e là si nota qualche ripetizione – forse voluta, nell’ottica della ricerca di un mood ipnotico – ma, nel complesso, si può parlare di un capitolo che affina ulteriormente l’identità dei Decrepisy con esiti interessanti.

TRACKLIST

  1. Ceremony of Unbelief
  2. Deific Mourning
  3. Dysautonomic Terror
  4. Spiritual Decay 1/4 Dead
  5. Severed Ephemerality
  6. Corpseless
  7. Afterhours
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