9.0
- Band: DECREPIT BIRTH
- Durata: 00:44:44
- Disponibile dal: /02/2008
- Etichetta:
- Unique Leader
- Distributore: Masterpiece
Conoscevate i Decrepit Birth di “…And Time Begins”? Allora dimenticateli in fretta e furia, perchè siamo nel 2008 e questa band è cambiata parecchio rispetto a quella che, cinque anni fa, diede alle stampe quel comunque apprezzatissimo debut album. Siamo nel 2008, dicevamo… esattamente un decennio fa, un gruppo chiamato Death pubblicava un disco intitolato “The Sound Of Perseverance”, purtroppo poi rivelatosi il suo canto del cigno per i motivi che tutti sappiamo. E sappiamo anche che quell’album è a tutti gli effetti un capolavoro. Qual è, dunque, la relazione fra “Diminishing Between Worlds” e i Death? Semplice, la nuova opera dei Decrepit Birth è – udite udite – l’album che probabilmente più si avvicina all’ultimo capolavoro di Chuck Schuldiner che la scena death metal abbia partorito dal 1998 a oggi in termini di approccio e inventiva. Sia chiaro, di ottimi dischi death metal in tutto questo tempo ne sono usciti tanti – lungi da noi comportarci da nostalgici o da gente con i paraocchi che si ostina a vivere nel passato – ma il secondo full-length del gruppo americano è senz’altro quello che meglio di tutti è riuscito a rivisitare lo Schuldiner-pensiero praticamente sui livelli degni di una band seminale quale erano i Death, evitando, inoltre, di affidarsi in tutto e per tutto agli stilemi di quest’ultima. Insomma, questa non è una formazione che si ispira ai Death e che quindi propone musica con riff, ritmiche e voci essenzialmente sulla falsariga di quelli contenuti nei vari “The Sound Of Perseverance”, “Symbolic”, etc. Di band simili ce ne sono parecchie in circolazione a oggi, alcune anche brave, ma i Decrepit Birth sono un’altra cosa. Come risulta ovvio ascoltando il debut, il gruppo ha un background prettamente US (brutal) death metal, di conseguenza rivisita il techno-death in una chiave più estrema e veloce rispetto a tutti quei suddetti act. Per intenderci, l’impatto e il tiro che hanno le composizioni dei nostri devono moltissimo a una formazione come i Suffocation, mentre le linee vocali sono sempre impostate su registri cupi e brutali, spesso assai vicini a quelli di gente come Immolation e Incantation. Sono le melodie, le fughe in doppia cassa, certi riff “a uncino”, gli straordinari assoli del chitarrista/leader Matt Sotelo e, come dicevamo, l’altissimo tasso di personalità, inventiva e sentimento che trasuda dalla tracklist a far avvicinare la proposta dei Decrepit Birth a quella dei Death. A tratti si odono anche soluzioni che ricordano non poco quelle care agli ultimi Spawn Of Possession, ma – nonostante l’enorme rispetto che nutriamo nei riguardi del gruppo svedese – il songwriting della band in questa circostanza è su un livello decisamente superiore. E’ molto difficile parlare di un’opera come “Diminishing Between Worlds” evitando di apparire come dei “fan boy”, ma provate a mettervi nei panni di chi scrive. Uno trascorre quasi quindici anni ad ascoltare death metal più o meno tutti i giorni – sia i classici che gruppi emergenti – e a un certo punto si imbatte in una band che offre brani come “Await The Unending”… praticamente il sound di “Pierced From Within” che si fonde con quello di “Individual Thought Patterns”. Voi come reagireste? Certo, le soluzioni adoperate sono più o meno sempre quelle… non siamo al cospetto di un album in grado di riscrivere un genere, nè di qualcosa che andrà a offuscare il valore dei capisaldi storici del death metal, questo sia chiaro. Tuttavia, come si può non affermare che d’ora in avanti il binomio Decrepit Birth/”Diminishing Between Worlds” fungerà da primo termine di paragone per tutti quei nuovi gruppi/lavori che proveranno a offrire una simile miscela di tecnica, forza bruta e melodia? Mettetevi il cuore in pace: siamo soltanto a febbraio, ma questo sarà il miglior album death metal del 2008. Spettacolare.