7.5
- Band: DEEP PURPLE
- Durata: 01:19:56
- Disponibile dal: 16/09/2014
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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Da qualche tempo gli archivi storici della fornitissima biblioteca audiovisiva della band inglese ci stanno offrendo una serie di concerti rimasterizzati sotto il sigillo qualitativo garantito dalla The Official Deep Purple [Overseas] Live Series. Dopo la pubblicazione di “Stockholm 1970”, “Copenhagen 1972” e “Paris 1975” è giunto il momento di goderci per la prima volta nella storia il concerto integrale registrato a Graz, in Austria nel 1975. Il pentagono composto da Blackmore/Coverdale/Hughes/Lord/Paice rappresenta per molti l’estrema summa artistica toccata dal profondo porpora, pur senza aver ottenuto l’esorbitante successo commerciale di “Smoke On The Water” e del mastodontico doppio live “Made In Japan”. La cosiddetta Mark III ha sfornato due studio album (il magnifico “Burn” ed il controverso “Stormbringer”), contenenti al loro interno alcune perle entrate di diritto nella storia del rock. Il gig in questione fotografa il tour a supporto di quest’ultimo capitolo discografico, prima che i Deep Purple precipitassero rovinosamente nel vuoto a causa di forti vicissitudini interne, fomentate altresì da un abbondante uso di sostanze stupefacenti. Se da un lato la smodata passione di Glenn Hughes e di David Coverdale nei confronti della black music si è rivelata decisiva per la realizzazione di “Stormbringer”, dall’altro il collettivo britannico è riuscito in quel difficile contesto a mantenere praticamente intatta la sua integrità hard in sede live. Gli otto episodi contenuti in “Graz 1975” sono prevalentemente incentrati sui due capitoli griffati dalla Mark III, eccezion fatta per l’inclusione della celebre “Smoke On The Water” e di un’estenuante versione dell’epica “Space Truckin'”, che supera la soglia proibitiva dei venti minuti di durata. I Nostri offrono il meglio di sè quando attaccano a muso duro senza eccedere in smodate improvvisazioni, probabilmente incentivate dalla divergente visione artistica di ciascun componente. Per inciso, le versioni estese della ‘bluesy’ “Mistreated” e dell’anfetaminica “You Fool No One”, avrebbero giovato di una maggior sintesi esecutiva, che brilla invece nel roboante heavy metal ante litteram di “Burn” e “Stormbringer”. Al contempo l’esotico groove di “The Gypsy” e lo scatentato standard rock’n’roll “Lady Double Dealer” riescono a bissare facilmente la relativa intensità ottenuta nelle versioni in studio. Una volta terminato il tour, Ritchie Blackmore lascerà il gruppo per scrivere un’altra pagina indispensabile dell’hard rock con i suoi Rainbow. I Deep Purple invece recluteranno lo straordinario chitarrista Tommy Bolin, con il quale daranno alla luce l’ottimo “Come Taste The Band”, epitaffio di un periodo unico ed irripetibile per questi dinosauri del rock.