6.0
- Band: DEF-CON-ONE
- Durata: 00:45:03
- Disponibile dal: 17/02/2014
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Si parlerebbe dei Def Con One se non fossero la band del fratello di Cronos dei Venom ? Forse no, ma i quattro inglesi non sembrano voler sbandierare troppo la parentela celebre e, sicuramente, il pubblico a cui si rivolgono ha poco a che spartire con gli estimatori di “At War With Satan”; la musica che propongono è infatti un thrash dalle smaccate influenze hardcore britanniche (The Exploited e Discharge, per intenderci), anche se molto più vicino al metal di questi ultimi. Questo “II”, loro terza (?) uscita, fa quello che ci si aspetta: picchia duro sia negli episodi più veloci (come “Scarred For Life”) che in quelli più cadenzati (“Skinhead Shaped Dent” e “Need A Reson”). L’influenza hardcore che caratterizzava gli esordi della band e ne garantiva una certa originalità, si è – purtroppo – persa, lasciando ampio spazio ad un groove sullo stile di Machine Head e Pantera. Il four-piece di Newcastle continua,però, ad avere la sua forza nella sezione ritmica micidiale (in cui troviamo Antony Lant dietro le pelli), con basso e batteria sempre violenti. Un buon contributo giunge anche dal cantato: aggressivo al punto giusto, anche se tende a perdere un po’ troppa potenza nei passaggi più puliti, come in “Drag Me To Hell” dove, dopo un inizio violento, la voce cambia impostazione e praticamente soccombe sotto il basso. Il punto debole è forse la chitarra che, sebbene contribuisca all’amalgama sonoro, cede troppo spesso il passo alla dominante sezione ritmica. Tutto questo disco dei Def Con One, comunque, può avvalersi di una produzione particolarmente curata ed azzeccata per il genere (che è da headbanging sfrenato), ma la band dà sicuramente il meglio di sé dal vivo e l’ascolto “comodo” su CD penalizza la vena “sporca” e squatter degli inglesi, che è molto più apprezzabile nella dimensione live. “II” sarebbe anche un buon disco, ma non riesce mai ad avere quel guizzo che lo solleva dalla massa; ogni pezzo inizia bene e promette il massacro sonoro, ma poi mantiene poco e ci lascia, dopo un buon numero di ascolti, piuttosto indifferenti. Potrebbe essere un difetto da poco in altri generi, ma i Def Con One hanno un’attitudine molto “in yo’ face” e quello che proprio non possono permettersi è di passare senza essere notati; insomma, ricordano un po’ un bullo di quartiere che agita i pugni mentre nessuno guarda. Se vi capita, date alla band un’occasione dal vivo ma, per il resto, questo disco potrà interessarvi solo se siete in astinenza da groove/thrash, anche se non vi sarà difficile trovare di meglio (magari tra i lavori dell’altro fratello Lant).