9.5
- Band: DEF LEPPARD
- Durata: 01:01:52
- Disponibile dal: 03/08/1987
- Etichetta:
- Mercury
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Nel 1984 i Def Leppard erano in cima al mondo, o quasi. “Pyromania” fu il disco della svolta che li aveva letteralmente trasformati in superstar vendendo la bellezza di sei milioni di copie. Il singolo “Photograph” aveva soppiantato “Beat it” di Michael Jackson ed il tour promozionale si era concluso con un memorabile concerto al Jack Murphy Stadium di San Diego di fronte a 55.000 persone in delirio. Cosa chiedere di più? Di essere riconosciuti come megastar anche nella natia Inghilterra dove, nonostante gli sforzi di costruirsi una solida reputazione, il loro sound era considerato troppo morbido per fare proseliti. La genesi di quello che sarebbe divenuto il loro capolavoro ebbe inizio proprio alla fine del tour di "Pyromania", tentando di mettersi all’opera sulle nuove tracce, ma la mancanza dello storico produttore John Mutt Lange si faceva sentire e la decisione di sostituirlo con Jim Steinman non era stata delle più azzeccate: Jim era sicuramente un abilissimo songwriter, ma per una band abituata al perfezionismo maniacale di Lange, l’idea di registrare un semplice album rock and roll come voleva Steinman era assolutamente inappropriata. Conseguentemente Jim venne estromesso, previo lauto assegno, ed ebbe modo di mostrare le sue velleità di produttore con altri artisti più malleabili (in primis collaborando nel meraviglioso “Floodland” dei Sisters of Mercy), mentre i Def Leppard continuarono a lavorare con Nigel Green, ingegnere del suono di Mutt Lange. A rendere la situazione ancora peggiore si aggiunse una tragedia: il 31 dicembre 1984 il batterista Rick Allen ebbe un terribile incidente stradale nel quale perse il braccio sinistro, evento che avrebbe messo altre band con le spalle al muro. Sorprendentemente, i Nostri mostrarono un forte spirito di squadra ed attesero la completa riabilitazione del batterista e, grazie al nuovo drum kit costruito appositamente per lui dalla Simmons, si rimisero all’opera. Il rientrante Mutt “Re Mida” Lange (il quale produsse tra le altre cose il colossale “Back In Black” e “4” dei Foreigner, ndR), contribuì definitivamente a plasmare le dodici canzoni che avrebbero composto “Hysteria”. Le registrazioni ebbero termine all’inizio del 1987, ma ci vollero ben quattro mesi e mezzo per il missaggio e il disco fu finalmente pubblicato il 3 agosto dello stesso anno. La band (Clarke in primis) era frustrata dalle infinite sessioni di registrazione e, a conti fatti, l’album avrebbe dovuto vendere cinque milioni di copie solamente per coprire i costi. Tutta questa fatica portò degli eccellenti risultati sia qualitativamente che in termini commerciali, dato che ad oggi si stima che il disco abbia venduto quasi venti milioni di copie rendendolo uno degli album (hard) rock più venduti di sempre. Il 33 giri è composto da dodici brani (sette dei quali furono estratti come singoli di notevole successo) che rasentano la perfezione grazie ad una produzione stellare che esalta ogni minima sfaccettatura del sound. L’apertura è affidata a “Women”, un mid tempo incentrato sul basso martellante di Savage e arricchito da un impeccabile guitar work della coppia formata da Phil Collen e dal compianto Steve Clark. Il tutto accompagnato dalla voce melodica di Elliott che sfocia in un refrain memorabile. La successiva “Rocket”, con un testo incentrato sulle rock band che hanno segnato l’adolescenza dei Nostri, è giocata sull’ipnotico drumming di Allen e sulle molteplici sovra incisioni che includono parti vocali registrate al contrario (compreso un coro monastico!) e tonnellate di riff manipolati dal guru Lange. “Animal”, dalle melodie decisamente più pop, non a caso fu scelta come primo singolo in Europa, grazie al riff portante semplice, ma accattivante e al chorus che vi ritroverete a cantare sin dal primo ascolto, mentre la ballad “Love Bites” (che originariamente aveva un arrangiamento quasi country) è perfetta per far breccia nel cuore delle ragazze che avevano sulla parete della camera il poster di Bon Jovi. Il ritmo torna decisamente a salire con l’esplosivo incedere rock di “Pour Some Sugar On Me”, scelto anch’esso come singolo e grazie al quale furono vendute ben 450.000 copie di “Hysteria” in un solo giorno. “Armageddon It” riprende concettualmente l’immediatezza di “Animal” sfociando in un coro molto accattivante, ideale per esplodere nelle casse delle arene che i Leppard riempivano senza sforzo alcuno. I toni si fanno liricamente più seri con “Gods Of War” introdotta da uno splendido riff di Steve Clark – arricchito dai soliti trucchi in fase di regia del buon Lange – che si sviluppa in un’architettura sonora più elaborata e complessa pur risultando appetibile anche per il grande pubblico. La successiva “Don’t Shoot Shotgun” fu il pomo della discordia tra i Leppard e Jim Steinman, perché a quest’ultimo piacque fin dall’inizio il primo “take” per poi scoprire che Collen e Clark stavano semplicemente accordando le chitarre (!). Ovviamente, la versione definitiva con Lange suona di tutt’altro spessore, sia nel sound che nell’attitudine, componendo un ipotetico tris d’assi con “Animal” e “Armageddon It”. “Run Riot” può essere considerato il pezzo più “heavy” di “Hysteria”, pur riuscendo egregiamente nell’impresa di amalgamarsi alla perfezione al mood più melodico dell’album, mentre la title track è una semi ballad stupenda giostrata su una composta interpretazione da parte di Elliott, che si sposa magistralmente con l’andamento rilassato del brano, ideale colonna sonora per un viaggio in auto. “Excitable”, seppur basata su un ritmo irresistibile e di facile presa, denota un leggero calo a livello di songwriting risultando ripetitiva e piuttosto banale. Le cose vanno sicuramente meglio con la semi-ballad conclusiva “Love And Affection”, uno dei primi brani ad essere registrati per il disco tanto da essere eseguita in sede live in quel del Monsters Of Rock del 1986. Vogliamo concludere la nostra recensione con una frase di Joe Elliott: “dall’inizio, dal 1977, volevamo essere la più grande band al mondo. Uscito quell’album e iniziata la tournée, per un po’ lo siamo stati”. Questa è semplicemente l’essenza di “Hysteria”.
Nota: consigliamo caldamente di acquistare la versione deluxe in 2 cd con ben 15 bonus track e uno splendido bootleg zeppo di note.
Si ringrazia Diego “Dr.Zed” Zorloni per la fattiva collaborazione.