9.0
- Band: DEF LEPPARD
- Durata: 00:45:13
- Disponibile dal: 20/01/1983
- Etichetta:
- Mercury
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Sono i primi anni Ottanta e i Def Leppard sono una giovane band riconducibile alla corrente della NWOBHM con due discreti album alle spalle, “On Through The Night” del 1980 e “High ‘N’ Dry”, uscito nel 1982, ma questo al gruppo non basta. “On Through The Night”, selvaggio e ruvido, ancorato a certe sonorità punk che la band di Sheffield ancora sente, è un piccolo successo di vendite in Inghilterra, mentre il seguente vira verso un hard rock corposo e, pur perdendo appeal in patria, grazie al videoclip di “Bringin’ On The Heartbreak”, primo video di una heavy metal band che entra in heavy rotation nella primordiale incarnazione di una neonata Mtv, il gruppo vede aprirsi le porte degli Stati Uniti. A questo punto ci vuole una svolta, quella definitiva, per sfondare, sfondare davvero. Pete Willis, eroinomane ed alcolizzato cronico, viene allontanato dal gruppo, ed al suo posto entra il chitarrista dei Girl, Phil Collen, dotato di notevole tecnica e pulizia in esecuzione, che ben si integra con l’altra ascia della band, Steve Clark, creativo ma fin troppo impulsivo e sporco, musicalmente parlando. Con Mutt Lange, produttore che già aveva lavorato su “High ‘N’ Dry” e rinomato per “Highway To Hell” e “Back In Black” degli Ac/Dc, la band sceglie di ammorbidire notevolmente il sound, adottando soluzioni mutuate dal pop e producendo l’album come fosse un vero disco pop. “Pyromania” esce il 20 gennaio 1983. Dieci le tracce di questo disco, partendo dall’opener “Rock! Rock! (Till You Drop)”, il brano più diretto, basato su un riff semplice e ficcante e dotato di un bridge anthemico e di un chorus facile, ideali per l’esecuzione live, e proseguendo con la brillante “Photograph”, vero lasciapassare per la band verso tutto il pubblico non metal, che vive di un ritornello trascinante e ‘morbido’ e di cori di chiara estrazione pop, da qui in poi trademark dei Def Leppard; “Stagefright” butta un passo indietro verso i primi due album, energico e randagio, in aperto contrasto con la drammatica semiballad “Too Late For Love” che segue, che incanta e rattrista. “Die Hard The Hunter” è un brano di protesta contro la guerra, che emerge per la lunghissima parte strumentale centrale, intensa e struggente, ed apre alla splendida “Foolin’”, basata su un contrasto chiaro tra la strofa triste ed il chorus decisamente più arioso. Ma eccoci alla vera essenza dei Def Leppard, “Rock Of Ages”, che si apre con la frase senza senso in finto tedesco ‘Gunter glieben glauchen globen’ (che sarà poi campionata dagli Offspring per “Pretty Fly For A White Guy”): testo cantilenato sulla strofa, bridge corale e ritornello trascinante, per una strumentalità ricercata e raffinata ed un Joe Elliot che fa emergere tutta il suo carisma. Avviandoci verso la fine dell’album incontriamo ancora “Comin’ Under Fire”, struggente ed intensa, diversissima ed in contrasto con la giocosa “Action! Not Words” e con la complessa ed articolata “Billy’s Got A Gun”, che chiude alla grande questo album. “Pyromania” esplode subito in un grandissimo successo, vendendo immediatamente dieci milioni di copie negli Stati Uniti, tanto che il videoclip di “Photograph” scalza quello di “Beat It” di Michael Jackson dalla vetta della classifica americana. Strumentalmente il disco vive di grandi momenti ma senza eccessivi virtuosismi: le tre chitarre (Pete Willis al momento del suo allontanamento aveva già registrato molte parti di chitarra che sono state utilizzate) suonano complementari e indivisibili, sopra una solida sezione ritmica composta da Rick Savage e Rick Allen, ed infine la voce di Joe Elliot… be’, graffiante e ruvida, ma dotata di una estensione eccellente e di un carisma innato. Più melodico e meno ricco di orpelli e ricami del seguente “Hysteria”, “Pyromania” dai fan viene considerato il miglior album dei Def Leppard, nonché uno dei lavori più rappresentativi della scena hair metal, quello che ha reso grande la band e che l’ha resa accessibile anche ad un pubblico di non soli metal-addicted, tanto che “Rock Of Ages” è stata spunto per un omonimo musical a Broadway dal quale è stato tratto un film con nientemeno che Tom Cruise e la stella del pop Julianne Hough tra gli interpreti. Per ricordare al grande pubblico che i Def Leppard, con un chitarrista morto, uno ammalato di cancro ed un batterista mutilato, non sono solo la band più sfortunata al mondo, ma anche una band che ha scritto davvero la Storia.