7.0
- Band: DEFACED
- Durata: 00:40:19
- Disponibile dal: 20/10/2012
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Abbiamo già avuto modo di evidenziare quanto la Svizzera sia una singolarità particolare ed interessante del sottosuolo metallico europeo, e neanche questa volta perdiamo l’occasione di ricordarvelo grazie ad una band come i Defaced. Capaci, già al debutto discografico (autoprodotto), di dare un’impronta gradevolmente personale alla materia musicale che trattano, ovvero il death metal, con “On The Frontline” ne riescono a sintetizzare diversi stili, rimanendo sempre in grado di varcare la soglia della brutalità partendo da un riff melodico, oppure di alternare tra tradizione e quadrature ritmiche decisamente groovy (ascoltate, per esempio, “Gore House”): la diretta, ma non ovvia, conseguenza è un contesto ove l’eclettismo e l’imprevedibilità sono canoni fondamentali. Le strutture dei pezzi, pur non particolarmente arzigogolate, sono tutte godibili e organiche: ogni singola canzone può ingoiare l’ascoltatore in una tempesta vorticante di riff eterogenei, a volte perfino passionali, tanto da sprigionare una gamma d’umori piuttosto differenziati. Una tale varietà non poteva che ritrovarsi anche al livello ritmico, svelando altre capacità pregevoli della band come l’adrenalina di certe ripartenze e il gusto nella gestione dei tempi: si ha sempre l’impressione della piena consapevolezza nel discriminare tra l’uso di un blast-beat o, per dire, di un tempo thrash, così come vi è nell’inserimento di rallentamenti che solitamente fanno da sfondo a parti melodiche, tendenti all’ibridazione tra il robusto epos degli Amon Amarth e il tocco classic metal dei Dismember, fino a sortirne ulteriore tensione emotiva (come in “God Has Bloody Hands”). Se è vero, da un lato, che tanta eterogeneità può sfociare in qualche disomogeneità – nel senso che si può essere a tratti confusi nelle prime interpretazioni della musica dei Defaced – dall’altro è vero che si tratta di un debut album carico di idee, magari non originalissime ma efficaci, che in prospettiva potrebbero venir gestite in modo ancora migliore. “On The Frontline” è, in sostanza, un discreto esempio di come si possa sintetizzare melodia e feralità (per quest’ultima ascoltate l’opener “Bitter Pill”) senza scadere in “artifizi da mercato”, quindi vi consigliamo di dare una possibilità a questa band e farvi una vostra personale idea sul loro operato.