7.0
- Band: DEFEATED SANITY
- Durata: 00:33:22
- Disponibile dal: 22/11/2024
- Etichetta:
- Season Of Mist
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Una panoramica sui traguardi raggiunti in carriera. Potremmo definire così “Chronicles of Lunacy”, l’atteso ritorno dei Defeated Sanity. Prodotto dal guru Colin Marston con un approccio volutamente ‘live’, l’album si presenta quasi come un viaggio attraverso le varie fasi stilistiche che il gruppo ha esplorato nel corso del suo ormai lungo percorso. Sin dai primi brani della tracklist, come l’esplosiva “Accelerating the Rot”, appare evidente che la band – che ormai stabilmente conta sui contributi del cantante Josh Welshman e del chitarrista Vaughn Stoffey, entrambi statunitensi – abbia voluto rispolverare, almeno a tratti, la ferocia e l’immediatezza dei suoi esordi. Sembra quasi di trovarsi al cospetto di un omaggio alle origini, in cui il quartetto scava nel proprio passato per rispolverare un suono più catramoso e spietato, lasciando esplodere tutta l’impetuosità di un ‘brutal’ death metal alla vecchia maniera.
Tuttavia, il lavoro non si limita a episodi di pura violenza sonora: in diversi brani si riaffacciano infatti i tecnicismi che da anni distinguono la band di origine tedesca, lasciando spazio a strutture musicali complesse, arricchite da arditi cambi di tempo e da passaggi intricati. Qui emerge l’anima più raffinata e fantasiosa dei Defeated Sanity, che non esita a mischiare il death metal più intenso con suggestioni jazzistiche e variazioni ritmiche sorprendenti. La sezione ritmica composta dal leader Lille Gruber (batteria) e da Jacob Schmidt (basso) brilla come sempre in queste composizioni più coraggiose, facendo da protagonista e donando un curioso andamento sghembo a brani come “Temporal Disintegration”. Il pezzo, pervaso da un mood lugubre e claustrofobico, dimostra come l’influenza di certo techno-death metal, dagli Atheist ai Gorguts, continui a esercitare un fascino potente sui Nostri, integrandosi con un sound ovviamente più oscuro e massiccio.
In sostanza, “Chronicles of Lunacy” appare come un lavoro consapevole, in cui i Defeated Sanity scelgono di fare un passo a lato, piuttosto che in avanti o indietro. La tracklist risulta solida, ma forse non sorprende come quella di alcuni dei loro lavori più innovativi; ciononostante, riesce a mantenere alta l’attenzione grazie ad almeno un paio di episodi particolarmente evocativi e a una produzione che valorizza la resa dei brani, pensati per funzionare al meglio in sede live. A detta della stessa band, infatti, l’album è stato concepito con l’intento di risuonare in modo esplosivo dal vivo, una scelta che traspare con forza dall’impatto crudo e viscerale del suono.
Per chi ha sempre seguito i Defeated Sanity, “Chronicles of Lunacy” offre insomma spunti familiari e talvolta accattivanti: riff pesantissimi e volutamente ignoranti alternati a cambi di tempo più azzardati, assieme alla solita abilità tecnica che ha reso la band un pilastro nel death metal contemporaneo. Pur senza reinventarsi, il gruppo riesce a consolidare il proprio stile, regalando un album che, nella sua rude ‘immediatezza’ (virgolette d’obbligo in questo caso), celebra le radici e l’identità della band, offrendo una nuova colonna sonora per chi ama il death metal più tecnico e opprimente.