DEFEATER – Defeater

Pubblicato il 14/05/2019 da
voto
8.0
  • Band: DEFEATER
  • Durata: 00:34:56
  • Disponibile dal: 10/05/2019
  • Etichetta:
  • Epitaph
  • Distributore: Self

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L’inaspettata separazione da Jay Maas – chitarrista, membro fondatore e produttore del gruppo sin dagli esordi – ha obbligato i Defeater a prendersi una pausa e a mantenere un basso profilo dopo la pubblicazione di “Abandoned”, di fatto vanificando tutti gli sforzi compiuti nella realizzazione di quel disco, che ad oggi resta il meno reclamizzato nella storia della band. Da li, la formazione originaria di Boston non ha potuto fare altro che raccogliere i cocci e riordinare le idee, facendo quadrato attorno all’altro suo leader, Derek Archambault, e affidando la composizione a tutti i membri della line-up, questa volta sotto la supervisione del produttore Will Yip (Quicksand, La Dispute, Blacklisted).
Il risultato, come spesso avviene quando un gruppo ha dovuto fare i conti con un terremoto interno, e’ un disco autointitolato che sottolinea con forza tutte le tipiche caratteristiche del suono e del progetto. Anche in questo caso, lo stile musicale della formazione statunitense rimane infatti un viscerale hardcore con una fortissima inclinazione amara e drammatica, direttamente influenzata dall’intenso e coinvolgente impatto emozionale delle storie narrate dal frontman, il succitato Archambault. Questo omonimo nuovo lavoro si muove quindi sulla scia dei precedenti e convincenti album, non apportando novità enormi sul piano dello stile, ma mettendo in evidenza una ennesima progressione nelle abilità tecniche, una sicurezza e una padronanza di scrittura che fanno di “Defeater” l’ennesima opera in grado di riconfermare la notevole personalità della band. Tutt’al più, si può notare una complessiva decelerazione nelle ritmiche e un conseguente ampliamento di quelle arie gravi da sempre care al gruppo. I Defeater ovviamente non sono mai stati una hardcore band da canottiere e circle pit, ma in questa nuova prova prevale ancora più nettamente la loro anima più triste, cosa che si traduce in un avvio di tracklist particolarmente mesto – con le inquiete “The Worst Of Fates” e “List & Heel” capaci di fare sprofondare subito l’ascoltatore in quella stessa disperazione che domina il concept – e in un puntuale ricorso a tempi medi. Episodi messi in fila come i passaggi di una colonna sonora e curatissimi nei dettagli, per una resa complessiva dalla quale emerge ancora una volta il pregevole background in possesso dei ragazzi, da sempre protagonisti di un percorso di ricerca e sperimentazione che prende in parte le distanze dalle primordiali velleità di matrice prettamente hardcore-punk per andare ad abbracciare stilemi decisamente più densi e sofisticati, mischiando trame contemporanee, influenze atipiche e classici di genere in componimenti audaci e introspettivi.“Defeater”, come per ogni concept che si rispetti, esprime il suo meritevole spessore artistico con una trama avvolgente, arricchendosi di interessanti sfumature ad ogni ascolto.
Il gruppo ha evidentemente tratto giovamento dalla pausa dopo la separazione con Maas, riuscendo a confezionare ancora una volta una proposta avvincente e di ampio respiro, rafforzando i presupposti per conseguire la dovuta visibilità anche in ambienti lontani da quelli di origine. Un persuasivo biglietto da visita per una formazione rinnovata negli elementi, ma sempre speciale nei contenuti.

TRACKLIST

  1. The Worst Of Fates
  2. List & Heel
  3. Atheists In Foxholes
  4. Mothers' Sons
  5. Desperate
  6. All Roads
  7. Stale Smoke
  8. Dealer / Debtor
  9. No Guilt
  10. Hourglass
  11. No Man Born Evi
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