7.5
- Band: DEFECTS
- Durata: 00:50:20
- Disponibile dal: 24/05/2024
- Etichetta:
- Mascot Records
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Produzione potentissima che tira a lucido tutti gli strumenti, potenza ritmica e groove a livello dei pesi massimi del genere, ritornelli in pulito dosati col bilancino del farmacista e qualche raffinatezza tecnica sufficiente per essere cool senza però esagerare: se hanno anche dei difetti sono bravi a mascherarli dietro al nome, ma in una scena florida come quella metalcore inglese i Defects dimostrano di poter seguire la scia dei vari Architects, Bleed From Within, Bury Tomorrow e Sylosis, pescando però anche al di fuori della terra d’Albione.
La potenza percussiva di “Scapegoat” e “Lockdown” lambisce i confini dell’Iowa, così come la melodia che marchia a fuoco le sonorità più alternative di “End Of Days” e “Dream Awake” mescola i tempi dispari degli Spiritbox alla profondità emotiva dei Sevendust; magistrale anche il climax melodico di “Another Heart To Bleed”, degna dei migliori The Ghost Inside, mentre “Recurring” sembra un guanto di sfida lanciato agli A Day To Remember per l’alternanza tra breakdown assassini e un ritornello pop punk da chipmunk.
Ci sono anche brani dove l’ugola pulita di Tony Maue si erge ad assoluta protagonista (“Echo Chamber”, “Gone To Waste”), dove la mancanza di mordente è compensata dal drumming fantasioso dell’ex Shvpes Harry Jennings, ma i momenti migliori sono quelli in cui Lamb Of God e Killswitch Engage vanno a nozze (la title-track), il tutto condito con l’irruenza dei Miss May I (“Broken Bloodlines”) e l’arroganza festivaliera dei Parkway Drive (“Second To None”, con il “blegh” degli Architects).
Un bel mischione d’influenze che abbraccia diversi generi (metalcore vecchio e nuovo, groove, alternative) riassumibili sotto il cappello di modern metal: certamente non s’inventa nulla e tutto può sembrare fin troppo laccato, ma “Modern Error” resta un debutto capace di far scapocciare e cantare come insegnano i padri fondatori del metalcore melodico.