DEFIANCE – The Prophecy

Pubblicato il 06/11/2009 da
voto
6.5
  • Band: DEFIANCE
  • Durata: 00:40:20
  • Disponibile dal: 19/10/2009
  • Etichetta:
  • Candlelight
  • Distributore: Audioglobe

Spotify:

Apple Music:

Dall’annuncio della reunion sono passati ormai quattro anni, ma alla fine i californiani Defiance ce l’hanno fatta a riemergere dall’ombra. Sebbene la formazione abbia sfornato tre buoni lavori come “Product Of Society”, “Void Terra Firma” e “Beyond Recognition”, il successo non ha mai bussato alla porta della formazione che, vuoi per sfortuna, vuoi per la scarsa promozione della Roadracer o per essere arrivata tardi rispetto alla concorrenza, non ha mai raccolto grossi consensi salvo poi essere resuscitata tardivamente dagli appassionati del genere. La morte di Doug Harrington avvenuta nel 2006 aveva fatto vacillare le speranze di molti thrasher, ma ora che abbiamo la copia di “The Prophecy” tra le mani possiamo dire senza paura che i Defiance sono definitivamente tornati. Non siamo purtroppo di fronte ad un’ulteriore evoluzione del suono della band: coloro che avevano gradito le vena progressiva che permeava “Beyond Recognition” rimarranno in parte delusi per un certo ritorno alle origini. L’apripista “Prion” mette subito in chiaro che gli imperativi della proposta saranno impatto e tanta sana violenza chiudendo nel cassetto la voglia di osare e mettersi in gioco che aveva contraddistinto “Beyond Recognition”. Il thrash della formazione, da sempre debitore alla scuola Exodus e Testament, è ancora discretamente in forma con riff e ritmiche articolate che in più di un’occasione sanno essere estremamente convincenti: tracce come “The War Inside”, “Dissolving Around You”, “Eyes Of The Front” e l’incontenibile e travolgente “Sloth” sono delle autentiche mazzate che confermano lo stato di forma della formazione. Come era lecito attendersi le parti di chitarra di Jim Adams sono il pilastro portante del lavoro, sfoggiando un ottimo gusto melodico (sentite il tappeto ritmico sotto la parte solista in “The War Inside”) ma volendo essere pignoli un po’ più di varietà in fase ritmica non avrebbe di certo guastato. L’ultimo arrivato dietro alle pelli, Mark Hernandez, già in forze nei riformati Forbidden, si rende protagonista di una prova solida e priva di sbavature che trova il suo culmine nell’interpretazione di un episodio terremotante come “The Prophecy”. Steve Esquive si dimostra ancora un discreto screamer assomigliando sempre più pericolosamente a Chuck Billy e prediligendo toni più bassi rispetto al passato e limitando a qualche sporadico episodio i toni più acidi e maligni: classica performance senza infamia e senza lode. Gli episodi contenuti nella tracklist sono lievemente discontinui, buoni momenti si alternano ad altri episodi abbastanza anonimi ed insipidi come “Bastard Son”, “Desert Sands” e “Asthmaphere” che, disseminati qua e là, smorzano un po’ l’impatto dell’intero lavoro. Volendo tirare le somme “The Prophecy” è un gradito ritorno assolutamente godibile, che regala quaranta minuti di sano e sincero thrash: il risultato è lontano dall’essere perfetto e dopo parecchi ascolti la voglia di risentirlo inizia a scemare, ma per qualche tempo saprà tenervi buona compagnia. Consigliato ai fan più sfegatati di un genere che non ne vuole proprio sapere di tramontare.

TRACKLIST

  1. Prion
  2. The Prophecy
  3. Bastard Son
  4. The War Inside
  5. Fuel The Fire
  6. Eschaton
  7. Sloth
  8. Desert Sands
  9. Dissolving Around You
  10. Asthmaphere
  11. Eyes Of The Front
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.