7.0
- Band: DEFILED
- Durata: 00:43:17
- Disponibile dal: 28/04/2023
- Etichetta:
- Season Of Mist
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Dopo aver fatto perdere le loro tracce per diverso tempo nel corso dei primi anni Duemila, ultimamente i Defiled hanno riacquistato un po’ di ritmo nelle uscite, interponendo solo qualche anno di silenzio fra ogni album. Non si può dire che vi siano enormi schiere di fan ad attendere una nuova prova dei death metaller giapponesi, tuttavia prima di ogni appuntamento resta sempre un minimo di curiosità di vedere dove andrà a parare quello che ormai è a tutti gli effetti un gruppo di veterani della nostra scena.
In carriera, la band di Tokyo ci ha messo davanti opere molto convincenti così come enormi cantonate, ma da stoici guerrieri underground, Yuhsuke Sumita e soci non hanno mollato di un millimetro, andando avanti per la propria strada anche quando il disinteresse attorno al nome Defiled era decisamente eclatante. Il nuovo “The Highest Level”, per fortuna, si mantiene sui livelli decorosi del precedente “Infinite Regress”, proponendoci un death metal che in quest’occasione si fa meno subdolo e più all’arma bianca, su ritmiche che spesso tirano dritte seguendo un’inclinazione quasi thrash. Per anni i Defiled sono stati sinonimo di sonorità contorte, spigolose, persino machiavelliche in certi casi, ma questo nuovo album cerca di snellire le trame, di mettere un po’ da parte la solita claustrofobica tensione, per puntare invece su un impatto maggiormente tagliente e su strutture compatte che favoriscono la digeribilità.
Certo, come al solito la tracklist contiene troppi episodi e per tale motivo non riesce a mantenere sempre alta la suspense, ma questo nuovo viaggio-esplorazione fra le pieghe di un death-thrash frenetico ed effervescente, dove – fra riff ossessivi e clangori metallici – risultano come sempre evidenti le influenze di Voivod e Coroner, si ha una volta tanto la sensazione che poco o nulla avvenga a caso. Ogni movimento, ogni vibrazione induce a un ascolto attento, risultando, se non imprescindibile, quantomeno vivace. A tratti, la rinnovata formula del gruppo ricorda una formazione come i ‘nostri’ Natron, anche loro per anni subito riconoscibili grazie all’approccio voivodiano in un contesto death metal. “The Highest Level” non è un “Bedtime for Mercy” o un “Livid Corruption”, ma i Defiled questa volta sbagliano poco nella loro ricerca sonora. La scelta di optare per un suono più ‘semplice’ ha pagato, tanto che questa volta ci ritroviamo con un disco che, tra citazione e sovversione, si lascia ascoltare con discreto piacere.