7.0
- Band: DEFLESHED
- Durata: 00:34:17
- Disponibile dal: 28/10/2022
- Etichetta:
- Metal Blade Records
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Nutriamo da sempre una certa stima per i Defleshed, tra i pionieri del death-thrash made in Sweden, autori nel 1997 del cult album “Under the Blade”. Quando, tra i tardi anni Novanta e i primi Duemila, una certa fetta della scena svedese iniziò a flirtare con il mainstream, il trio di Uppsala, assieme a colleghi come i The Crown, rimase sulle proprie posizioni, ponendosi in netta contrapposizione con il trend a base di tastierine e ritornelli ammiccanti guidato da Soilwork e compagnia cantante. Va certo sottolineato come non tutte le uscite del gruppo abbiano fatto gridare al miracolo, ma oggi resta un piacere ritrovare il trio dopo diciassette anni di silenzio, per giunta con un album promosso da una etichetta importante come la Metal Blade Records. Si può dire che la lunga pausa lontana dalle scene abbia fatto bene ai Defleshed, che con “Grind Over Matter” si guardano bene dal cambiare formula, denotando però al tempo stesso una buona ispirazione per ampi tratti della tracklist del disco. Se l’ultimo “Reclaim the Beat” aveva dato segni di stanchezza, “Grind…”, al contrario, trasmette entusiasmo e una tempra rigenerata, colpendo dritto al volto con una produzione tanto massiccia quanto brillante e un buon lotto di nuove hit.
Come previsto, la ricetta è quella che i fan conoscono da sempre: riff thrash metal tutto sommato classici, un po’ Bay Area e un po’ teutonici, sorretti da un lavoro di batteria serratissimo, che come al solito si conferma il principale punto di contatto tra il background tradizionale del terzetto e le sonorità più estreme. Il tocco di ognuno dei musicisti è inconfondibile: i ‘giri’ di Lars Löfven alla chitarra sono quelli che il Nostro interpreta da sempre, il drumming di Matte Modin è la fiera del ‘tupa tupa’ alternato a valanghe di blast-beat, mentre la voce di Gustaf Jorde è la consueta ulteriore rasoiata su una base strumentale che non concede tregua.
Come al solito, la varietà in sede ritmica e strutturale non è il punto forte dei Defleshed, tanto che è inevitabile che almeno un paio di episodi finiscano per confondersi all’interno di una tracklist che viaggia sempre a mille. Ciononostante, come accennato, gli svedesi questa volta appaiono freschi e determinati: accantonata la speranza di imbattersi in qualche cambio di direzione – o anche solo in dei midtempo – bisogna dire che all’altezza di brani come “Bent Out of Shape”, la title-track, “Blood Well Spent” o “Behind Dead Eyes” tutto risulta al posto giusto e l’ascolto procede vivace e divertente.
Insomma, un ritorno onestissimo, quello di Jorde e soci, come se il tempo si fosse fermato poco dopo l’uscita di dischi fortunati come “Fast Forward”, “Royal Straight Flesh” o il succitato “Under the Blade”.