7.5
- Band: DEFLESHED
- Durata: 00:32:11
- Disponibile dal: 04/11/2003
- Etichetta:
- Regain Records
- Distributore: Self
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Ritornano i signori del “solid metal” e come al solito non c’è scampo per nessuno! Dissacranti e strafottenti come sempre, i Defleshed piazzano un disco devastante la cui deflagrante potenza vi farà pogare da soli contro il muro della vostra stanza appena avrete la sciagurata idea di premere il tasto ‘play’ del vostro stereo. Per chi non conoscesse ancora questi tre folli svedesi (guardate la copertina e leggete i testi!) è ovviamente d’obbligo una breve spiegazione sulla loro infernale proposta: la base della musica dei Defleshed (che alcuni di voi conosceranno per essere la main band di Matte Modin, batterista dei Dark Funeral) è il thrash teutonico di Kreator e Destruction, quest’ultimo portato però quasi ai confini del death metal grazie ad un approccio estremamente tecnico e alla consuetudine dei nostri di supportare riff tradizionali con cascate di blast beat e pattern ritmici a volte anche discretamente intricati che non possono non riportare alla mente il metal estremo. Ad indurire ulteriormente il tutto ci pensa poi la ruvidissima ugola del bassista/cantante Gustaf, visto recentemente all’opera anche su un brano del bellissimo “Dedication” dei Raised Fist, e una produzione nitida e moderna (ma assolutamente non leccata) frutto dei Berno studios (The Haunted, Amon Amarth) e del mixaggio del sempre più richiesto Daniel Bergstrand. Breve, come sempre, la durata media dei pezzi, i quali si spingono raramente oltre i tre minuti, ma non fatevi ingannare: i Defleshed sono, sì, concisi ma anche una vera macchina da riff. La loro principale peculiarità è infatti quella di saper concentrare in brevissimo tempo una notevole quantità di idee a livello chitarristico, il tutto sempre a velocità elevatissime. Questo nuovo album tutto sommato pare avere un minimo di raziocinio in più rispetto al precedente “Fast Forward”, tanto che in alcuni tratti il gruppo arriva ‘addirittura’ ad esprimersi su midtempo, la l’innata carica di marca Defleshed resta comunque ben presente lungo tutta la tracklist. Inutile citare un brano in particolare, perché il disco va assimilato ed apprezzato nella sua globalità, ma sappiate che tutti i brani sono di buon livello e che la band riesce dove certi pivellini (Terror 2000?) hanno fallito: essere veloci e diretti senza però risultare scontati. Un’ottima conferma quindi… Flesh ‘til death!